Search
Close this search box.

Albert Spalding. Il Gran Tour del Baseball

Spalding, un nome che dice tutto. Anzi, quasi tutto. Non dice del Grand Tour del baseball voluto da Albert Spalding, prima giocatore, poi presidente e co-proprietario dei Chicago White Stockings (ora Cubs). Non dice dell'incredibile viaggio che tra il 1888 e il 1889 portò il Chicago e l'All American Team a giocare in tutto il mondo. Un'avventura sportiva che guardava già al futuro, ma soprattutto una grande impresa romantica
Spalding

Sette anni di Major League Baseball, il miglior lanciatore degli anni (milleottocento)settanta, poi presidente e co-proprietario dei Chicago White Stockings (ora Cubs). Il suo strike out più bello resta però nel mondo degli affari. Apre un piccolo negozio di sport, 800 dollari di capitale. Si chiama Albert Spalding. Sono Spalding i primi guanti da ricevitore, la palla spicchi del basket NBA, la racchetta da tennis di Pancho Gonzalez, le mazze e palline da golf dei più forti. Materiali, manifattura, linea di abbigliamento e sponsorizzazioni, il marchio sbarca sulla quinta strada ed il piccolo impero ancora si difende dal quartier generale di Bowling Green, Kentucky.

Albert Spalding combina il sogno e la realtà come solo negli USA sembra possibile

Il suo capolavoro è forse il meno reclamizzato, di sicuro il meno remunerativo. È un’impresa romantica.
Nell’inverno 1888 porta il baseball, il gioco più bello, dove non c’è. Australia, Asia, Africa, Europa. Inimmaginabile. Giura: tornare in tempo utile per il primo lancio dal monte della nuova stagione. Folle idea, ma gli ronza nella testa da un po’. Tira e molla il progetto prende forma, concede il compromesso, si andrà solo in Australia passando però per il West dove il batti e corri fatica a prendere piede. Visionario, missionario, pioniere. Lui si vuole divertire. Riesce a convincere Cap Anson, la miglior prima base in circolazione, a firmare per Chicago, anche lui sposa la causa. Il resto della squadra segue e poi, uno ad uno, tanti altri giocatori delle varie formazioni major. Coinvolge i giornali, chiede alla Casa Bianca di benedire la spedizione. Il POTUS, Grover Cleveland, accetta di buon grado.

Spalding Baseball tour

Chicago e St. Louis sono piazze importanti, ma in Iowa il grande baseball non si è mai visto

E poi Minnesota, Nebraska, Colorado, Utah ed infine California. Si gioca sempre tra Chicago White Stockings vs All America team. Ovunque è un successo. Da San Francisco la nave porta all’isola di Sandwich, Hawaii. Il 25 novembre è domenica, e la domenica non si può giocare né divertirsi più di tanto. Meglio tirare diritti che l’Australia non è dietro l’angolo. L’esperienza entusiasma, la Nuova Zelanda in fondo non è così lontana, nemmeno Natale e l’anno nuovo. Albert riprende a parlare di continuare il tour, di scrivere la storia, raggiungere l’Europa, non avere limiti in un’impresa oltre lo sport. I suoi collaboratori prendono contatti con vari paesi, i giocatori sono con lui, lui sa come piegare le resistenze. Si gioca, si guadagna, ci si diverte. Se c’è del pubblico bene, se non c’è ci sarà, il baseball è sano, la rivalità tra le due squadre altrettanto, si fa festa insieme.

Spalding 1889 Piramidi
(Chicago White Stockings vs All America Team sulla Sfinge)

Ceylon fermata esotica prima di raggiungere l’Egitto

Nove innings all’ombra delle piramidi, uno spettacolo senza precedenti. Albert aveva già visto tutto nella sua immaginazione. Giocare dove nessuno avrebbe mai pensato, la bellezza del baseball, l’imponenza della storia. John Healy è il pitcher di Indianapolis. È di Cairo, Illinois. Da quel giorno, tra cammelli e pietre, sarà, per tutti, John l’egiziano.

Spalding 1889 Colosseo
(Chicago White Stockings vs All America Team al Colosseo)

Dagli egizi ai romani come sui libri di scuola. Da Cheope al Colosseo

Il 15 febbraio 1889 il Chicago Tribune segnala che le autorità italiane hanno rifiutato di concedere la disponibilità di qualsiasi spazio all’interno dell’anfiteatro. Albert non capisce, bussa alla porta del Vaticano, Leone XIII non risponde, Albert continua a non capire. Alla fine, al Colosseo ci si va per una foto ed una visita guidata, mentre a Villa Borghese si gioca una bella partita, tirata, 3-2 per i CWS. A Parigi invece ci si scontra con le ultime settimane di lavoro per la Torre Eiffel, non ancora simbolo, ma colosso di ferro. Chi passa per Champs de Mars trova le due squadre a dare spettacolo, il rumore delle mazzate non è mai stato così iconico.

1899 Baseball tour
(Chicago White Stockings e All America Team a Villa Borghese)

Il 25 marzo le cronache registrano un viaggio avventuroso verso Londra

Sono 34 km per Dover, ma la traversata è un mezzo incubo. Mare agitatissimo, non una buona idea mandare giù del succo d’arancia, solo un paio di ragazzi reggono di stomaco. “Nemmeno il Re ci vuole”. Ma non è così, anzi al Kennington Oval tra gli ottomila spettatori c’è il principe di Galles, che sarà poi re Edoardo VII, che vuole vedere la partita, incontrare Spalding, comprendere le regole.
 Albert  Spalding va ancora più in là. Con semplicità tutta yankee, contraccambia con pacche sulle spalle che inorridiscono l’entourage reale. Si gioca a Londra, ma anche a Manchester e Liverpool e poi Scozia ed Irlanda dove tutti chiedono di baciare la Blarney Stone. Gli inglesi, competitivi nel sangue, insistono per confrontarsi anche a cricket e rounders dove hanno rivincita facile. Gli americani stanno al gioco, perdono ma poi al pub non sfigurano.

L’ultimo incontro è del 20 aprile 1889

La nuova stagione di MLB è alle porte. Il più grande tour nella storia dello sport si conclude a New York dove il rientro è salutato da migliaia di tifosi. C’è Teddy Roosevelt, c’è Mark Twain tra canti e bandiere di stelle e di strisce.
L’8 maggio 2018, 129 anni dopo (!), la MLB annuncia l’accordo che prevede la disputa di incontri tra Red Sox e Yankees, rivali che più rivali non si può, al London Stadium. Si è già giocato in Canada, Australia, Giappone, Messico e Portorico, ma mai in Europa. Il football NFL è arrivato prima a Wembley sull’onda di una popolarità dilagante.
Il baseball è ancora il gioco degli americani, il Super Bowl è lo show numero uno, NBA finals e Stanley Cup sono vicine, ma il baseball è stato il primo sport professionistico ed ancora racconta l’America meglio di ogni altro.
Albert Spalding, da casa base, osserva e strizza l’occhio.

 

…………………

Se vuoi leggere altre storie di Roberto Amorosino clicca qui per acquistare il suo libro

Venti di calcio

Roberto Amorosino romano di nascita, vive a Washington DC. Ha lavorato presso organismi internazionali nell'area risorse umane. Giornalista freelance, ha collaborato con Il Corriere dello Sport, varie federazioni sportive nazionali e pubblicazioni on line e non. Costantemente alla ricerca di storie di Italia ed italiani, soprattutto se conosciuti poco e male. "Venti di calcio" è la sua opera prima.

ARTICOLI CORRELATI

Rimpalli

Rimpalli. L’ode alla gioia di Teodoro Lorenzo

Dalle tinte autobiografiche, “Rimpalli” traccia uno spaccato dell’Italia che solo chi l’ha vissuto può fare. Partendo da un racconto personale, Teodoro Lorenzo descrive una vita passata dietro un pallone e accanto agli amici di sempre.

Leggi tutto »
Respiro profondo

Alessia Zecchini. Respiro profondo

Alessia Zecchini, pluricampionessa mondiale dell’immersione in apnea in sei diverse discipline, nel 2017 scende fino a -104 metri, conquista il titolo mondiale AIDA nel Vertical Blu e diventa la donna più profonda del mondo. La sua storia sportiva e umana la racconta il bel documentario Respiro Profondo disponibile su Netflix.

Leggi tutto »
Ernesto Duchini

Ernesto Duchini. Il maestro del calcio argentino

Se il calcio argentino ha un maestro, non può essere altri che lui. Calciatore con il Chacarita sin dagli anni’30, alla fine degli anni ’40 si siede dall’altra parte del campo. Venti anni come responsabile tecnico e altri venti da supervisore della nazionale giovanile. Una vita passata a vedere campioni dove altri vedevano solo ragazzi. Ernesto Duchini ha avuto una vita straordinaria e questa è la sua storia

Leggi tutto »
Osvaldo Bagnoli

Osvaldo Bagnoli. Zona Bovisa

Una piccola storia personale. Un incontro casuale, una fortuna. Fortuna è un parolone, però io non riesco a chiamare diversamente l’incontro casuale con Osvaldo Bagnoli. Galeotta una cena di famiglia dalla zia milanese alla Bovisa. Una piccola storia, ma un grande incontro con un Mister che merita tanta stima e tanto rispetto.

Leggi tutto »
Giraci e Dominici

1935. Il giro del mondo di Geraci e Dominici

27.775 miglia in 399 giorni di navigazione a vela.Tra tempeste, pirati e cannibali, nel 1935 Francesco Aurelio Geraci e Rosario Dominici compiono l’impresa e circumnavigano il globo a bordo della “Mas”, goletta di appena 10 metri.

Leggi tutto »