Search
Close this search box.

Maradona. “La prossima volta lo faccio…”

Nel 1980, a Wembley, Inghilterra e Argentina si sfidarono in amichevole. Al 20’ il diciannovenne Diego Maradona tentò una giocata pazzesca, che tuttavia terminò di un soffio a lato. Furono le prove generali per il gol del secolo di Mexico ’86.
Maradona

Quel 13 maggio del 1980 era un martedì. Non un martedì qualsiasi per i tifosi dell’Inghilterra, che nel tempio di Wembley ospitava in amichevole i campioni del mondo in carica dell’Argentina per testare la preparazione in visione degli Europei che si sarebbero svolti in Italia il mese successivo. Certo, la formazione albiceleste non era più quella uscita vincente (tra non poche polemiche) nel Mundial del ’78. La scarpa d’oro Mario Kempes, per esempio, era indisponibile: la sua squadra di club, il Valencia, ne aveva bisogno per la finale di Coppa delle Coppe contro l’Arsenal (vinta poi da Los Ches ai calci di rigore). Erano assenti anche Osvaldo Ardiles e Ricardo Villa, due di quelli che dopo il trionfo mondiale erano volati a giocare proprio in Inghilterra, più precisamente al Tottenham. Ma c’era Alberto Tarantini, che dopo un anno sfortunato al Birmingham se n’era tornato a giocare in patria. E soprattutto César Luis Menotti, il CT albiceleste, poteva contare sul suo numero 10, un ragazzino riccioluto di 19 anni che faceva il fenomeno sui campi di tutto il mondo dopo aver vinto in scioltezza i mondiali Under-20 in Giappone l’anno precedente: Diego Maradona.

Una giocata prodigiosa

Non era la prima volta di Diego Maradona in Europa. Già l’anno precedente, El Diez aveva incantato il pubblico di Hampden Park segnando il suo primo gol in nazionale nell’amichevole contro la Scozia. Per questo i 92.000 di Wembley attendevano con impazienza di ammirare le giocate di quel talento straordinario decantato dai giornali sportivi di tutto il mondo. E Diego non li deluse. Al 20’ di gioco prese palla sulla trequarti, cominciò ad avanzare seminando a gran velocità tutti i difensori che provavano goffamente ad affrontarlo. Tre, quattro dribbling, poi il genio di Barrio Fiorito tentò di anticipare l’uscita del portiere Ray Clemence con un delizioso sinistro che terminò di un soffio a lato. Una giocata prodigiosa che strappò gli applausi del competente pubblico inglese. Per la cronaca, la partita terminò 3-1 per i padroni di casa.

Maradona

La prossima volta lo faccio

Ad attenderlo all’aeroporto internazionale di Ezeiza c’erano i suoi fratelli, Lalo e Hugo. Quest’ultimo lo accolse senza nemmeno salutarlo. Invece gli chiese con veemenza: “Perché non hai dribblato anche il portiere? Sai che gol sarebbe stato?!
Diego tirò su la testa facendo dondolare i suoi riccioli sul collo e gli rispose: “La prossima volta lo faccio...”

La guerra delle Falkland

Il 2 aprile 1982, tuttavia, i rapporti tra Argentina e Inghilterra si incrinarono pericolosamente. Il paese sudamericano, sotto una feroce dittatura militare, occupò con una spedizione armata le vicine isole Falkland, protettorato inglese, rivendicandole come parte integrante del proprio territorio. La reazione del governo britannico all’invasione fu assai decisa: il primo ministro Margaret Thatcher inviò navi da guerra, un sottomarino nucleare, aerei e truppe che in alcune settimane riconquistarono il territorio, avviando così la crisi e la fine della dittatura militare in Argentina. 

Maradona

Il gol del secolo

Così, Argentina e Inghilterra tornarono a battersi (calcisticamente!) solo in occasione del Mundial di Messico ’86. Il quarto di finale giocato all’Azteca di Città del Messico il 22 giugno 1986 è tra le partite più memorabili di tutti i tempi. D10s ne fu protagonista assoluto. Prima segnò con la famosa e beffarda Mano de Dios, e cinque minuti dopo dipinse il gol del secolo. In un’azione travolgente, Maradona percorse palla al piede 60 metri in 10 secondi, lasciandosi alle spalle 5 giocatori avversari (precisamente: Hoddle, Reid, Sansom, Butcher e Fenwick) e stavolta (ricordandosi della promessa fatta a Hugo) scartando anche il portiere Shilton prima di depositare in rete il momentaneo 2-0 per i suoi.

Maradona
Un gol straordinario, immortalato nelle immagini della televisione e nel commento memorabile, epico del telecronista Victor Hugo Morales, che non a caso porta il nome del grande poeta francese. Un commento che mette i brividi anche solo leggendolo: “…la tocca per Diego, ecco, ce l’ha Maradona. Lo marcano in due, tocca la palla Maradona, avanza sulla destra il genio del calcio mondiale e lascia lì il terzo e va a toccarla per Burruchaga… Sempre Maradona… Genio, genio, genio… tà, tà, tà… Goooooooooool… Voglio piangere… Dio Santo, viva il calcio… Golaaaaaazooo… Diegooooooool… Maradona… È da piangere, scusatemi… Maradona in una corsa memorabile, la giocata migliore di tutti i tempi… Aquilone cosmico… Da che pianeta sei venuto, per lasciare lungo la strada così tanti inglesi? Perché il Paese sia un pugno chiuso che esulta per l’Argentina… Argentina 2, Inghilterra 0… Diegol, Diegol, Diego Armando Maradona… Grazie, Dio, per il calcio, per Maradona, per queste lacrime, per questo Argentina 2, Inghilterra 0.”

 

Davide Zingone Napoletano classe ‘73, vive a Roma dove dirige l’agenzia letteraria Babylon Café. Laureato con lode in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze Turistiche, parla correntemente sei lingue. È autore della raccolta di racconti umoristici "Storie di ordinaria Kazzimma", Echos Edizioni, 2021; del saggio “Si ‘sta voce…”, Storie, curiosità e aneddoti sulle più famose canzoni classiche napoletane da Michelemmà a Malafemmena, Tabula Fati, 2022; e di “Tre saggi sull’Esperanto”, Echos Edizioni, 2022.

ARTICOLI CORRELATI

Varenne

Varenne il Magnifico

“Magnifique! Volo irresistibile, festa italiana. Storico trionfo di Varenne a Parigi”. Era il 28 gennaio 2001. Non si può correre dietro al ricordo, non si può raccontare Varenne, non ci sono le parole. Bello, eterno, invincibile? No, ancora troppo poco

Leggi tutto »
grammatica dello spogliatoio

Lo spogliatoio. Grammatica della felicità

Se giocare al calcio significa muoversi dentro un paradigma di vita, senza alcun dubbio è nello spogliatoio, con i suoi codici e i suoi simboli, che si forma la grammatica della piccola felicità, quella che ricorderai per tutta la vita. Se non ci avete mai fatto caso, allora vuol dire che non avete mai giocato in Categoria.

Leggi tutto »
Oscar Bonavena

Oscar “Ringo” Bonavena. El campeón eterno

Da Buenos Aires a Reno, una parentesi che si apre e si chiude, in mezzo un destino che significa ring, sudore e una vita da irregolare. Peso massimo con i pugni e nell’anima, Oscar Bonavena si scontra con i più grandi, si fa beffa del buon senso e si fa fermare solo da una pallottola.

Leggi tutto »
Fausto Coppi

Fausto Coppi. Napoli come destino

1945. Di ritorno dalla prigionia in Africa, Fausto Coppi sbarca a Napoli. Un falegname di Somma Vesuviana gli regala una Legnano verde per riprendere gli allenamenti. Lui ci farà 800 chilometri per tornare a casa. A Napoli ritorna nel ’47 quando vincerà l’ottava tappa del Giro d’Italia che, alla fine, sarà suo per la seconda volta. Sul filo del traguardo di Napoli lo attende il fotografo Riccardo Carbone che ne fisserà il tempo e lo farà arrivare sino a noi.

Leggi tutto »