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Baseball. Tutto da vedere!

Gioco nazionale degli Stati Uniti d'America, le cui origini sono assai antiche, nonostante la codificazione tecnica ufficiale risalga solo al 1846. Negli anni ‘90, in Italia, viene adattato per essere giocato da persone non vedenti e ipovedenti e da allora ogni anno si svolge un campionato italiano, una Coppa Italia, un Torneo di Fine Stagione ed uno internazionale, la "Mole's Cup".
Baseball

Comincia il 2 aprile il campionato italiano di baseball per ciechi e ipovedenti. 11 squadre da tutta Italia (Roma All Blinds, Fiorentina BXC, I Patrini Malnate, Thunder’s 5 Milano, Lampi Milano, White Sox Bologna, Tigers Cagliari, Thurpos Cagliari, Umbria Redskins e Leonessa Brescia) che si affronteranno, settimana dopo settimana, per guadagnare la coppa più ambita.

Ma come funziona il baseball per ciechi?

Il gioco nasce in Italia negli anni ’90 da un’idea di Alfredo Meli (giocatore e allenatore di baseball) che, insieme ad altri ex giocatori della Fortitudo Bologna e di Milano 1946, si mettono in testa di adattare il baseball a persone non vedenti e ipovedenti.

E l’idea sembra subito vincente, visto che il baseball in sé con i suoi meccanismi di gioco, la sua separazione temporale e spaziale tra attacco e difesa era, ed è, uno sport che sembra fatto apposta per i ciechi che vogliano giocarlo. Certo, sono state necessarie a partire dal gioco originale delle modifiche, ma esse, pensate da giocatori di baseball, sono state realmente poche. Nel baseball ciechi si batte la palla, si corrono le basi, si prende la palla, si tira la palla. Si giocano in difesa tante riprese quante se ne giocano all’attacco. Chi lo gioca si diverte a farlo e a competere per la vittoria. E chi vede da fuori resta sempre sorpreso di quanto poco il baseball abbia perso di sé nel diventare BXC – Baseball giocato da ciechi.
Si incontrano due squadre di cinque giocatori ciechi, di un giocatore vedente e di un assistente in fasi di attacco e difesa per spazi e tempi completamente distinte. Per poter praticare questo sport si utilizza una normale mazza da baseball di metallo o di legno, una regolamentare pallina da baseball al cui interno sono inseriti dei sonagli per fare in modo che gli atleti ciechi possano udire e quindi capire la posizione della palla.

I giocatori utilizzano un guanto da baseball per raccogliere la pallina sonora e delle palette di legno, utili agli assistenti di seconda e terza base per indicare agli atleti in corsa l’esatta posizione della base.

Alfonso Somma, capitano della Roma All Blinds

Ne abbiamo parlato con Alfonso Somma, presidente e capitano – nonché cofondatore – della Roma All Blinds.
Io ho iniziato a giocare nel 2002. Mi trovavo a Bologna per seguire alcuni corsi di formazione all’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e stavo cercando un posto dove poter proseguire la mia attività sportiva di atletica leggera. Mentre ero lì, ho conosciuto alcuni ragazzi che giocavano a baseball e mi hanno invitato a raggiungerli sul campo. Andai a provare, mi piacque moltissimo e decisi di continuare ad allenarmi. Qualche tempo dopo, Alfredo Meli mi chiese se fossi disposto a giocare in una squadra di Milano che aveva bisogno di giocatori e accettai con piacere. Quando tornai a vivere a Roma dove ancora non era presente una squadra, iniziai a giocare a Firenze visto che era la squadra più vicina. Ovviamente non mi era possibile partecipare a tutti gli allenamenti ma, non avendo mai interrotto l’attività di atletica leggera, avevo comunque una buona preparazione a livello atletico. Feci poi un passaggio nella Quinto Ravenna, una squadra che però non aveva una vera e propria sede, nata con un gruppo di persone che erano passate per il Cavazza”.

La nascita della Roma All Blinds

A quel punto però ci sembrò assurdo che non ci fosse una squadra a Roma, e lanciammo, grazie alla collaborazione dell’Unione Ciechi e Ipovedenti e di altre associazioni presenti sul territorio, un grande evento in quel di Rebibbia, dove ci allenavamo, volto a coinvolgere persone con disabilità visiva e non… fu così che il baseball per ciechi approdò nella capitale d’Italia”.

Il gruppo, formato da uomini e donne ipo e non vedenti, con il supporto di tecnici e persone provenienti dall’ambiente del baseball romano, raggiunge un livello di preparazione tale da essere inserito, dapprima, nelle squadre partecipanti alla seconda fase della stagione agonistica 2008 (Coppa Italia) e nel campionato 2009; per poi arrivare alla fondazione della squadra, Roma All Blinds, debuttando, nello stesso anno, nella Coppa Italia.

Stagione da incorniciare quella del 2013 in cui la squadra raggiunge le semifinali in campionato e conquista la Coppa Italia. Negli anni accresce la propria competitività, conquista la Coppa Italia edizione 2016 e 2018, approda alla finale del Campionato Italiano 2017 e 2018, arrivando seconda.

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(Photo credit: Roma All Blinds)

La bellezza del baseball

La cosa che mi è sempre piaciuta del baseball è che è uno sport di squadra, ma allo stesso tempo è anche uno sport individuale – continua Alfonso – Quando la squadra è in difesa, si gioca tutti insieme, mentre sei in attacco si tratta di un gioco individuale. Certo, si gioca sempre per la squadra, ma nessuno batte la pallina al posto tuo!
La bellezza poi di questo sport è che ti trovi a giocare in un campo completamente privo di ostacoli, e puoi correre da solo, senza nessun cordino che ti lega ad una guida. Ovviamente hai bisogno della collaborazione delle persone vedenti che ti guidano verso le basi, ma nella fase di gioco attivo sei tu che corri da solo, sei sempre tu che devi gettarti a terra, prendere la pallina e tirarla verso la seconda base.
È poi uno sport utilissimo per accrescere la mobilità autonoma delle persone con disabilità visiva. Abbiamo avuto ragazzi che dovevano essere accompagnati in campo perché non erano capaci di orientarsi in autonomia. Ora, quegli stessi ragazzi non solo entrano in campo, ma spesso arrivano anche al campo da soli, prendendo la metro e muovendosi per una città grande e complicata come Roma in completa autonomia.
Se solo le famiglie lasciassero i ragazzi un po’ più liberi di muoversi, forse avremmo 2 squadre anche a Roma!”.

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(Photo credit: Roma All Blinds)

Obiettivo stagione 2022

Dopo questi due anni difficili per questioni legate alla pandemia, per il 2022 il nostro obiettivo è giocare tutte le partite e riprendere in mano alcuni progetti interrotti con il Comune di Roma e con l’Università del Foro Italico – IUSM per portare alcuni studenti a fare il tirocinio con noi. Ovviamente noi vogliamo continuare a giocare e a divertirci…e ci impegneremo per trovare sia nuovi giocatori sia persone vedenti che si uniscano alla nostra squadra. Stiamo organizzando anche una giornata ‘a porte aperte’ con i giovani adulti ospiti del semi residenziale del S. Alessio e altre persone curiose di capire come funziona questo sport. Al momento ci alleniamo tutti i venerdì pomeriggio, dalle 18 alle 20, nel campo dell’Acquacetosa”.

Il S. Alessio continuerà sempre a sostenere questa bella attività sportiva!

 

Chiunque fosse interessato a giocare a baseball o ad assistere una partita, può contattare Alfonso Somma via mail: segreteria@romaallbinds.it o tel: 339 549 5342. Per informazioni sulla Lega Italiana Baseball Ciechi e Ipovedenti  e sulle altre squadre aderenti, clicca qui.

 

 

Amedeo Piva Presidente dell’Azienda di Servizi alla Persona S. Alessio - Margherita di Savoia. Già assessore alle politiche sociali del Comune di Roma e responsabile delle politiche sociali delle Ferrovie dello Stato.

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