Melissa ha 15 anni, frequenta il primo anno di Scienze umane e ha una passione smisurata per il gioco del calcio.
Tifosa sfegatata della Roma, ha iniziato a tirare calci al pallone quando aveva solo 5 anni. Da piccola giocavo con mio fratello e con i miei amici. Grazie all’utilizzo di una palla sonora sono sempre riuscita a giocare, e a seguire il gioco con facilità. Giocavo in attacco, ma sono brava anche in difesa. Da pochi mesi sono entrata nella prima squadra di calcio per non vedenti dell’ASDD Roma 2000.
Il calcio B1 ciechi assoluti
Il campo di gioco nel calcio B1 ciechi assoluti è all’aperto, di forma rettangolare, è quello standard per il calcio a 5 (lunghezza compresa tra 38 e 42 metri e larghezza compresa tra i 18 e i 22 metri). Il calcio a 5 B1 si gioca con sponde laterali in modo tale che la palla possa uscire solo dalle linee di fondo. Anche il pallone è costruito in modo da poter essere acusticamente individuato: infatti, all’interno posizionati tra la camera d’aria e l’involucro esterno, sono presenti dei sonagli in acciaio che emettono un suono udibile dagli atleti.
Le squadre sono composte da 4 giocatori di movimento, non vedenti, e da un portiere vedente.
Nel calcio B1 è previsto anche un altro giocatore vedente posizionato dietro la porta avversaria chiamato guida all’attacco. Pertanto i 4 giocatori non vedenti sono guidati, fuori dal campo, dall’allenatore per il centro campo e dalla guida retro porta per l’azione d’attacco, mentre il portiere, in campo, guida la difesa. Per regolamento nessun altro può parlare durante il gioco, guida retro porta, allenatore e portiere possono parlare soltanto quando la palla si trova nella propria zona di pertinenza.
Diventato specialità paralimpica nel 2004, ancora fa fatica a crescere e svilupparsi nel nostro paese. In Italia esiste un campionato nazionale cui attualmente partecipano sei squadre (Bari, Lecce, Roma, Firenze, Sanremo e Crema).
L’ingresso in prima squadra
Qualche mese fa un mio amico, attualmente mio compagno di squadra, mi ha chiesto se volessi iniziare a giocare seriamente a calcio e ho deciso di provare –racconta Melissa. Dopo il primo allenamento già avevo deciso che avrei fatto parte della squadra. Sono subito stata accolta benissimo. Il gruppo è unito, tra di noi abbiamo un ottimo rapporto da amici, e troviamo sempre il modo di ridere e scherzare.
Melissa è arrivata a marzo-aprile 2021, abbiamo visto subito capacità importanti e grande coraggio – ci racconta Luca Mazza, allenatore della prima squadra dell’ASDD Roma 2000, ex allenatore della squadra nazionale calcio B1. Non esiste in Italia calcio femminile per persone con disabilità visiva. Quindi, in accordo con Melissa, abbiamo deciso di inserirla fin da subito nella squadra maschile.
Tra presente e futuro
Quest’estate la squadra ha partecipato ad un raduno internazionale in Belgio, a Charleroi. È stata un’esperienza bellissima, un’opportunità per conoscere meglio i miei compagni di squadra. Abbiamo giocato a calcio, visitato il posto e per me è stata anche l’occasione per conoscere un po’ più da vicino il calcio internazionale. Era una delle prime volte che mi allontanavo da casa e dalla città in cui vivo… non sono abituata a viaggiare ma ci ho preso gusto e credo che mi ci abituerò presto!
Anche il fatto di essere l’unica donna a giocare in prima squadra non crea nessun problema a Melissa: non cambia nulla, l’importante per me è divertirmi e partecipare. Potremmo dire che tra donne si gioca più delicatamente? A me va bene così, non sono mai stata molto delicata.
I miei miti calcistici? Da tifosa romanista non posso non citare Totti, e aggiungo Zaniolo.
Ci mettono passione e volontà, e mi trasmettono forza. Mi rispecchio in loro, avverto tutta la forza di volontà che ci mette un calciatore. Come loro, anche io non mi arrendo mai’.
Se non c’è il calcio non c’è vita per me!, ci racconta Melissa trasmettendoci tutto il suo entusiasmo.
Sono tifosa sfegatata della Roma, e ci gioco anche. Ora voglio andare allo stadio, è l’ultima cosa che mi manca di fare!