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Nordfor sola. Il surf a nord del Sole

"Farà freddo". "Lo so, ma non vedo l’ora di sentire quel gelo." "Davvero?". "Sì". L'avventura trova sempre la sua strada. Anche tra gelo, onde e surf.
COVER NORDFOR 01

C’è stato un tempo in cui l’uomo viveva in comunione totale con la natura. Un tempo in cui il sole scandiva le giornate e ci si nutriva quasi esclusivamente con ciò che la natura circostante poteva offrire.
Ma questo era molto tempo fa.
Facciamo un salto temporale. Molto in avanti rispetto a quel tempo, ma qualche anno indietro rispetto ad oggi.
Siamo nel 2012, in Norvegia.
Si sono aperte da poco le porte della scuola di cinema ed è qui che Inge e Jørn s’incontrano. I due ovviamente amano il cinema, ma tra le cose che hanno in comune ce n’é una fortissima: il surf. Una cosa in qualche modo singolare per chi vive sei mesi dell’anno in completa oscurità.
È così, parlando di surf, che Inge e Jørn iniziano a conoscersi e a scoprirsi così vicini nel loro essere poco ortodossi rispetto a comodità e conformismo.
Anche Inge e Jørn, come tutti, anche come chi non lo confessa nemmeno a sé stesso, hanno bisogno di un’avventura. Una di quelle epiche, una di quelle che ricorderai per tutta la vita, che ti fa scoprire chi eri destinato a essere e ti ci fa diventare.
La loro avventura si chiama surf a nord del Sole. Si chiama Nordfor sola.

Nordfor sola. L’isola che c’è

È proprio il surf che porta Jørn e Inge a condividere un piccolo segreto: l’isola artica oltre il nord, al largo delle coste della Norvegia settentrionale, fredda, isolata, disabitata, sovrastata da montagne nere, oscure compagne che proteggono quell’angolo di paradiso gelato.  Lì le onde sono perfette.
Non può essere un caso.
La loro avventura è lì che li chiama, bussa alla loro vita.
Impossibile non aprire la porta, impossibile non passare il varco, impossibile ignorare Nordfor sola.

Nordfor sola surf
(Nordfor sola)

Nove mesi

L’idea sembra folle. Sembra.
Catturati da quel legame ancestrale con la natura che mai come prima d’ora sentono così forte, decidono che in quella baia passeranno nove mesi.
Non sarà facile, tutto deve essere organizzato al meglio, ma quella sarà la loro avventura.
Ne parlano e ne parlano ancora, studiano, pensano, organizzano, passa un anno, ma alla fine partono.
E ovviamente anche la loro partenza ha poco dell’ordinario.
Partono su un van alimentato ad olio vegetale, si fermano in un supermercato dove comprano solo cibo scaduto, ma ancora mangiabile che sarebbe andato buttato altrimenti.

Finalmente a casa

Se pensate che in questo ci sia una qualche vena eroica, sgombriamo subito il campo dall’ipotesi.
A chi gli chiede come mai abbiano deciso di affrontare questa esperienza, Inge e Jørn sorridono e rispondono in maniera disarmante: “è troppo figo, no?”.
Quelli che arrivano alla baia, però, sono cuori in tumulto, pronti a vivere un’avventura che racconteranno al mondo. Le videocamere saranno i loro occhi, la baia un set straordinario.
Mettono i piedi sulla sabbia dorata, gli ultimi raggi di sole colpiscono l’acqua argentea. Si guardano e iniziano a correre verso il mare del Nord. Finalmente a casa.

(Inge e Jørn a Nordfor sola)
(Inge e Jørn a Nordfor sola)

Inizia l’avventura

Inge e Jørn non hanno voluto dire a nessuno dove si trovi quell’angolo di Paradiso perché, ne sono convinti, ognuno deve avere l’opportunità di trovare il proprio.
La prima cosa, adesso, è costruire un riparo e lo fanno con quello che trovano: legno e altri oggetti di riuso che il mare ha portato a riva.
Si ingegnano e, in qualche modo, tornano ad essere bambini, quando l’immaginazione è la chiave magica che ti aiuta a trasformare una cosa ordinaria in straordinaria. Oggi, a vedere casa dove ci sono solo pezzi di legno.
C’è da dire che in questo vengono “aiutati” dall’esasperante quantità di rifiuti che ogni giorno viene portata a riva. La raccolgono e la riutilizzano per quanto possibile, ma sembra vada solo ad aumentare.

il rifugio di Nordfor sola
(Vivere a Nordfor sola)

Il surf

Oltre alle ore di luce, è il surf – vero motore della storia – che scandisce il tempo delle loro giornate.
Imparano i ragazzi. Imparano a rispettare l’acqua e anche il freddo che gli entra sotto pelle. Si chiama armonia, si chiama respiro della Terra. È così che quando cavalcano le onde tornano ad essere un tutt’uno con Madre natura e a vivere quella reminiscenza ancestrale che avevano intuito e che ora sentono nella sua pienezza.
Si spingono fuori dalla baia, vanno incontro alle onde, si girano, remano forte e via in piedi ed è allora che tutto gli appare chiaro.
Il paesaggio, il loro rifugio, le montagne nere, lo spicchio di prato dove le pecore pascolano indisturbate, il silenzio.
Soprattutto gli appare chiaro tutto quello che si portano dentro.
C’è pace sulla cresta dell’onda, così come dentro di loro.
Sono momento irripetibili e assoluti. Proprio come lo spirito. Proprio come il surf.

il surf a Nordfor sola
(Il surf a Nordfor sola)

A nord del sole

La Natura comanda sempre.  A Nordfor sola, a nord del sole, forse anche un po’ di più.  Arriva la lunga notte, l’inverno che sembra infinito. Sei mesi di ombra con poche ore di crepuscolo.
Il freddo è insopportabile. Per mantenere il calore all’interno del rifugio decidono di fare come i vecchi pescatori: coprono la casa con la neve.
I vestiti asciutti iniziano a scarseggiare, così come il cibo.
Le dita ormai si muovono a stento, i denti battono forte e l’umore non è dei migliori.
Inge spesso sente il bisogno di allontanarsi, “Strano come senta ancora il bisogno di stare per conto mio in alcuni momenti”, rivela alla telecamera.
Il telefono non prende, se non in cima alla montagna”, con l’indice indica un puntino lontano, ormai interamente ricoperto di neve, “Sentire la gente a casa, non è facile”.

Il surf comunque

Nonostante le poche ore di sole a disposizione, Inge e Jørn continuano a fare surf e a inseguire le onde. Le mute nere diventano ancora di più una seconda pelle, ma il freddo è davvero insopportabile.
Non sento più le gambe”, dice ridendo Jørn.
L’oceano così scuro fa paura, cosa c’è sotto”, incalza l’amico.
Inge e Jørn guardano quella distesa nera davanti i loro occhi.
Sono emozioni forti e in quel luogo dove il tempo è sospeso, le emozioni hanno tutto il tempo per entrare in profondità, per essere interiorizzate e diventare segni dell’anima.

Il Natale

Nel tempo sospeso della baia, il Natale diventa un punto cardinale.
Inge e Jørn torneranno a casa solo a Natale, ma solo dopo aver festeggiato anche nella baia, senza farsi mancare l’albero, i regali e aver fatto la conoscenza con un topolino, ospite inatteso e gradito che condivide con loro il rifugio.
Natale passa in fretta e dopo, per i ragazzi, c’è sempre la baia.
C’è sempre il surf.

Finalmente la luce

La Natura è un eterno ritorno.
Dopo il gelo e il buio torna il sole, accecante, caldo, ed ha inizio un nuovo ciclo. Sopra la baia, sulle montagne, Inge e Jørn vedono la luce, salgono per sentire finalmente il calore sulla pelle. Decidono di portare anche le tavole per fare snowboard, il loro è probabilmente l’unico luogo al mondo dove è possibile scendere da una montagna con la tavola per rientrare direttamente in acqua con un’altra.

(Il surf a Nordfor sola)

Il rispetto

Siamo quasi alla fine, si torna alla normalità anche se diversi rispetto a prima perché un’avventura non lascia mai tutto come prima.
Bisogna ripulire tutto, il rispetto è fatto di piccoli gesti e di grandi pensieri. La loro storia ha iniziato a girare. Un’azienda di gestione rifiuti li aiuterà; manderà un elicottero che raccoglierà tutto dalla spiaggia.
È un appuntamento importante e Inge e Jørn proprio come due ospiti che stanno per ricevere visite, mettono a posto la spiaggia, accumulano i rifiuti e sistemano il rifugio.
Stanno facendo surf quando il silenzio è interrotto dal rumore delle eliche.
Il tempo è arrivato.
Escono dall’acqua, corrono sulla spiaggia e in mezz’ora ciò che loro avevano raccolto in mesi, viene portato via.
Quasi tre tonnellate di rifiuti.
Salutano l’elicottero che ormai è lontano.
Si guardano.

È finita

Inge e Jørn riprendono i surf ed escono un’ultima volta.
Si spingono lontani, si stendono e per una volta guardano il cielo, le montagne e quel rifugio che ormai è parte di loro.
Le mani sfiorano l’acqua, il legame è ristabilito per sempre.
Inge e Jørn sono di nuovo parte di qualcosa di più grande di loro, non più ragazzi, ma uomini e surfisti.
Ciò che spero possa sempre portarmi dietro è il senso di possibilità, di coraggio e avventura”.
Possibilità, coraggio e avventura.
Se qualcuno pensa che il surf sia solo una tavola, ripensi a questo: possibilità, coraggio e avventura.

*********

Nordfor sola – North of the sun (2013) di Jørn Nyseth Ranum e Inge Wegge, premiato come miglior documentario in numerosi Festival, è disponibile sulle principali piattaforme streaming.

Rachele Colasante nata a Roma nel 1999, da sempre incuriosita dalle storie, studia Lettere a RomaTre cercando di scrivere la sua al meglio. Ancora non sa dove la condurrà il suo percorso, ma per ora si gode il paesaggio.

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