In occasione del trecentesimo anniversario della fondazione della città di New York, nel giugno 1964 la Sail Training Association organizzava una regata tra Lisbona e Bermuda, da disputarsi tra navi e yacht scuola, questi ultimi con compensi in formula RORC. Per l’Italia vi era iscritto il Corsaro II, uno yawl da 21 metri di lunghezza fuori tutto, disegnato da Sparkman & Stephens costruito nel 1960 nel cantiere Costaguta di Genova Voltri. L’equipaggio, imbarcato per l’occasione, comprendeva un tenente di vascello con funzione di “secondo”, un ufficiale medico, nove guardiamarina, un sottufficiale nocchiere come nostromo, un nocchiere e un radiotelegrafista che svolgeva anche funzione di cuoco; skipper il sottoscritto, allora capitano di vascello.
La crociera di preparazione
La partecipazione alla competizione oceanica venne fatta precedere da una fase di addestramento che ebbe inizio il 1° marzo 1964 quando il Corsaro II con il suo nuovo equipaggio mise in vela da La Spezia alla volta di Trieste per una crociera di preparazione che si sarebbe conclusa nel porto di partenza il successivo 15 aprile, dopo avere “macinato” complessivamente circa 3000 miglia nei mari italiani.
Si trattò di un rodaggio estremamente efficace, che consentì di addestrare i guardiamarina ad espletare i vari servizi di bordo in funzione delle attitudini di ciascuno e, soprattutto, a selezionare i migliori elementi ai quali affidare il delicato incarico di timoniere durante la regata.
Inutile aggiungere che servì anche a collaudare le varie attrezzature ed a valutare il rendimento delle mute di vele imbarcate.
Studiare l’Atlantico
La successiva sosta a La Spezia fu pertanto preziosa per procedere alle inevitabili riparazioni e per approfondire lo studio delle cartografie e delle documentazioni metereologiche dell’Atlantico, queste ultime relative al quadriennio 1960-63. Utilissimi, tra l’altro, si rilevarono la consultazione di Ocean Passages for the World, il volume edito dal Dipartimento Idrografico dell’Ammiragliato, ed un esame accurato delle Pilot Chart.
Verso Lisbona
Il 5 maggio il Corsaro II levò gli ormeggi dalla banchina dell’Arsenale e dette inizio al viaggio di trasferimento a Lisbona. Da quel momento l’organizzazione dell’attività a bordo avrebbe subito una messa a punto finale, assumendo l’assetto che sarebbe stato poi tenuto in regata, con tre guardie di 4 uomini su turni di 4 ore. Tutte le manovre per il cambio delle vele o per i viramenti di bordo venivano effettuate dalla sola squadra di servizio, con il concorso del Comandante al timone, del “secondo” e del radiotelegrafista. Soltanto per prendere i terzaroli era chiamata la squadra di comandata; quella “franca” non veniva mai toccata.
All’arrivo nella capitale portoghese si ebbe il quadro completo delle unità partecipanti: otto velieri scuola per la I classe; due yacht scuola, uno dei quali il Corsaro II, per la II classe e due per la III classe (erano in partenza quattro, ma due si ritirarono).
In Atlantico
Ai 12 concorrenti il via venne dato alle 13.30 locali del 5 giugno, alla presenza di una folla di appassionati assiepata sulle rive del Tago.
Il Corsaro II tagliava la linea del traguardo primo tra tutti, seguito, a qualche lunghezza, dall’inglese Tawau, suo diretto antagonista nella classe, comandato dal lieutenant James Myatt; quindi distaccava nettamente il resto della flotta navigando in solitario fino a Palma. Alle 24 del giorno 8 l’isola veniva doppiata e lo yacht italiano entrava in pieno nell’Atlantico.
Le condizioni metereologiche, mantenutesi in uno stato di variabilità per quanto concerneva la circolazione dei venti, si fecero a quel punto più favorevoli grazie a un fortissimo aliseo, che consentiva di procedere ad una velocità prossima ai 10 nodi con i timonieri che, due per guardia, si alternavano alla ruota ogni 30 minuti. In cinque giorni così il Corsaro Il percorse 1300 miglia, battuto di pochissimo dal Gorch Fock per la conquista della Boston Cup, il riconoscimento per chi avesse percorso il maggiore tratto di mare nelle 124 ore.
Nonostante il vento impetuoso, tutte le altre navi scuola venivano largamente lasciate di poppa e quando lo yacht italiano si trovava già a 400 miglia da Palma, il primo grosso veliero si accingeva a superare l’isola.
Il Tawau, dal canto suo, veniva stimato ad una distanza di circa 200 miglia di poppa.
Meteo anomalo
Durante la navigazione la situazione meteo, seguita a bordo con molta cura sulle carte sinottiche ricavate con i dati trasmessi da Washington e compilate due volte al giorno, si presentava del tutto particolare e non si era verificata in zona da oltre 25 anni. In sintesi una depressione a nord-est delle Azzorre aveva causato uno spostamento più a settentrione della fascia degli alisei. Si decideva quindi di interrompere la discesa in latitudine – la primitiva determinazione prevedeva di raggiungere il 23° parallelo – iniziando anzi una lenta risalita a partire dalla latitudine di 24 gradi. Su tale nuovo percorso il giorno 14, dopo l’accurato studio della situazione meteo, ci si veniva a trovare di fronte ad un’alternativa: o spingersi verso latitudini più meridionali tenendosi al limite superiore degli alisei secondo il progetto iniziale, oppure puntare direttamente sulle Bermuda; scendendo a sud si sarebbe allungato il percorso, mentre nella seconda ipotesi si sarebbero guadagnate circa 150 miglia col rischio, però, di incontrare più facilmente grosse perturbazioni meteo e, addirittura, qualche temutissimo uragano. Si decideva per quest’ultima soluzione.
Radio in avaria e calma piatta
Il giorno 19, mentre si incrociava la cisterna Benwell, alla quale l’operatore rt stava trasmettendo un tele da rilanciare, l’apparato radio andava in avaria. Da quel momento non fu più possibile mettersi in contatto con la stazione radio di Bermuda.
Il successivo 20, a circa 250 miglia dal traguardo, si entrava in una zona di calma quasi assoluta, della quale veniva a soffrire solo il Corsaro II essendo gli altri concorrenti molto distanziati; sino a qualche ora prima erano state percorse ben 3150 miglia alla velocità media di 8.8 nodi, grazie soprattutto, dopo l’isola di Palma, nelle Canarie, al robusto aliseo, che aveva consentito di tenere costantemente a riva lo spinnaker.
Nell’area di bonaccia la barca, sia pure con estrema lentezza, riusciva a seguire la rotta per circa 3 giorni e 3 notti “tormentandosi”, rimanendo talvolta immobile e percorrendo appena 90 miglia. Tutta la zona era sotto l’influsso di un promontorio di alta pressione con il gradiente barico locale al minimo.
Torna il vento!
Finalmente, però, il giorno 24 la situazione accennò a migliorare. Il vento cominciò a farsi sentire, anche in conseguenza dei lontani effetti di un uragano che aveva lambito le coste delle Bermuda, creando tra l’altro molti problemi ai concorrenti della regata Newport-Bermuda, in quel momento giunti quasi al traguardo.
Subito dopo avere ripreso con decisione la sua marcia, il Corsaro II veniva avvistato da un velivolo della Coast Guard, che si metteva a girare sopra di lui, il che fu interpretato come buon auspicio, mentre lo yacht con spinnaker a riva e rotta sulla linea di arrivo procedeva a velocità molto sostenuta.
Alle 2.25 del giorno 26 veniva avvistato il faro di San David’s Head dritto di prora spaccata! Una grossa soddisfazione, ma non una sorpresa poiché la navigazione per ortodromia era stata accuratamente seguita con costanti osservazioni astronomiche diurne e notturne della luna.
Primi!
Alle ore 4 e 42 minuti e 4 secondi, dopo 20 giorni, 20 ore e 12 minuti di navigazione, durante i quali erano state percorse 3464 miglia alla velocità media di 7 nodi, veniva tagliato l’allineamento d’arrivo, primi fra tutti i concorrenti e primi, ovviamente, nella classe. Tutto ciò, si badi, sia in tempo reale che compensato, nonostante un computo errato del rating della barca che pagava al Tawau 29 ore e 36 minuti.
Quest’ultimo concludeva 48 ore più tardi, seguito, 18 ore dopo, dal tedesco Dantzig e, quindi, da altri, con distacchi superiori ai quattro, cinque giorni. Il 5 luglio nella capitale delle isole, Hamilton, avveniva la solenne cerimonia di premiazione, durante la quale il governatore Sir Martonmere, vecchio amico ed estimatore del nostro Paese, esprimeva, consegnando al Comandante le due coppe – per le vittorie in tempo reale assoluto e compensato per la classe – parole estremamente calorose e lusinghiere nei confronti del Corsaro II, del suo equipaggio e dell’Italia.
Operation Sail
Il giorno successivo la flotta di concorrenti levava gli ormeggi dirigendo alla volta di New York, dove il 14 luglio avrebbe avuto luogo, lungo il fiume Hudson, l’Operation Sail, uno dei più suggestivi appuntamenti per la vela internazionale, durante la quale il Corsaro II polarizzò meritatamente su di sé l’attenzione delle migliaia di appassionati presenti e di milioni di telespettatori.
L’equipaggio del Corsaro II
Agli ordini del Capitano di vascello Ugo Foschini erano il ten. di vasc. Enzo Brancaccio, il ten. medico Pierluigi Marignani, i guardiamarina Nevio Chalvien, Tullio Dequal, Sergio Guazzotti, Enrico Martinotti, Mario Molari, Vincenzo Pellegrino, Gino Pennino, Sandro Ravanelli, Marzio Rossignoli, il 2° capo nocchiere Ezio Colligiani, il sottocapo rt Claudio Anulli ed il nocchiere Giorgio Zolezzi.
Corsaro II. La scheda tecnica
Lunghezza f.t. |
m |
21 |
Larghezza max |
m |
4,87 |
Immersione |
m |
2,32 |
Dislocamento |
t |
44 |
Zavorra chiglia |
int |
16 |
Sup.vel. standard |
mq |
205 |
Sup.vel. massima |
mq |
420 |