Search
Close this search box.

Curva Sud. Goal e braccia al cielo

Gioia, liberazione, adrenalina. Il pallone che gonfia le rete, lo stadio che respira, la Curva Sud che impazzisce. È da questi spalti una volta di cemento freddo che l'emozione mi ha stretto petto e gola quando loro correvano verso di noi sbracciando e urlando. Calcio vero, giocatori veri. Se dopo un goal vi capita di vedere altro, tipo quei balletti oggi un po' di moda, diffidate dalle imitazioni e ricordate che un altro calcio è possibile.
Curva Sud Pruzzo

C’era una volta…sembra l’inizio banale di un racconto o forse di una favola. Vada per la seconda ipotesi, quella legata a una tifoseria che ancora oggi, nonostante gli acciacchi dell’età, è  sugli spalti e canta, canta ancora con lo spirito libero e la gioia pazza di essere romanisti. Il mio “c’era una volta” è dedicato interamente a un gesto, a volte banale, spesso gioioso e di liberazione, altre volte incazzoso oltre ogni logica sportiva. Parlo dell’esultanza in campo di certi calciatori, professionisti sì, ma nonnon giocatori di pallone che quella è altra pasta, più genuina e vicina al nostro vecchio concetto di tifoseria.
Adesso sembra una gara a  a chi appare di più con balletti  da palcoscenico, come se il calcio fosse una rappresentazione teatrale e i calciatori attori a  copione libero. Il mio “c’era una volta” parla di giocatori che hanno dato gioia immensa a chi sugli spalti seguiva “cor core acceso” ogni giocata – destro, sinistro, testa o anche culo che fosse -. L’importante era gonfiare la rete. Dopo, tra chi era sul campo e chi sugli spalti freddi del cemento di quella Curva Sud vissuta e baciata, tutto era all’unisono.

Curva Sud Bruno ContiBraccia al cielo

Ecco che quella corsa a perdifiato con scivolone finale di Bruno Conti è la vera ciliegina sulla torta. Quante volte lo abbiamo idolatrato mentre in ginocchio e a braccia aperte era lì, a pochi metri da noi adoranti.
Tra i ricordi indelebili, un posto lo merita anche il mitico bomber, Roberto Pruzzo, dopo il pareggio Salva-Roma con l’odiata, calcisticamente, sponda bergamasca. Una corsa liberatoria dove poteva capitare di tutto, anche di lasciarci le cosiddette penne su quel lato magico di stadio, da entrare in competizione con la maglia sventolata dopo un gol alla juve, forse la prima volta nella storia dell’esultanza (…).
A pensarci bene, il fiume dei ricordi inizia a esondare ed ecco riaffiorare il gol nel derby di Pierino la peste, Pierino Prati, quelle braccia alzate al cielo che altro non erano che un ideale abbraccio rivolto ai suoi tifosi. Se dovessi ricordarli tutti, non basterebbero di certo pagine e pagine, mi limito solo a riportare in vita e ridare una certa emozione ricordando quelli che sono per me, ma non solo per il sottoscritto, gesti umili e semplici.

L’urlo di Giannini

La stagione è quella del ’95-’96, il giorno è il 19 del mese di marzo del 1996, non è solo la solita festa del papà, è anche l’onomastico del Capitano della Roma, Giuseppe Giannini, il Principe. È proprio lui a segnare il due a zero, dopo il vantaggio di Moriero, sotto la sua curva e quell’interminabile corsa lungo il vetro, dove per altro si vede una scatenata Luisa Petrucci con il suo ombrello agitarsi tra i ragazzi del Commando. Quella corsa e quell’urlo che ancora riecheggia in quella specifica parte dell’Olimpico, servito a poco quell’urlo forse strozzato proprio nei minuti finali, di certo rimane la grande difficoltà e dimenticarlo.

Paulo Roberto Falcao
(Paulo Roberto Falcao)

Quel giorno dell’Immacolata Concezione

Prima di lui mi è doveroso ricordare Paulo Roberto Falcao. Dicembre 1982, dopo essere arrivati in porto con il vessillo tanto acclamato da capitan Di Bartolomei, ecco che nel giorno dell’Immacolata Concezione, la Roma conquista gli ottavi di finale di Coppa Uefa con un gol del Divino.  A due minuti dal fischio finale è lui a regalare la gioia immensa del passaggio del turno con un gol non spettacolare, ma sicuramente da manuale del calcio. Stop di petto, palla a terra e il piede destro di Falcao, accompagnato da tutta la tifoseria permette alla palla di entrare in rete. Poi la corsa, quella corsa e quel saltello con il pugno al cielo, sotto due striscioni mai dimenticati: “I Ragazzi della Sud” e “Non Passa lo Straniero”. Il boato della Curva Sud rimbomba ancora.
Ce ne sarebbero altre migliaia di gol spettacolari, chissà perché quasi tutti sotto la mitica Curva Sud, da ricordare e sfidare chiunque a non avere un’emozione mista a lacrime di gioia, uno per esempio il pareggio tre a tre con gol di Francesco Totti nel derby, e anche il gol di Del Vecchio annullato nella stessa partita…

Ancelotti e De Agostini
(Carlo Ancelotti abbraccia Agostino Di Bartolomei. Photo credit: AS Roma)

L’abbraccio di Carlo ad Agostino

Voglio essere abbastanza sadico e farmi e farvi male nei ricordi.
Primo maggio 1983, si gioca in casa Roma- Avellino, una partita assai decisiva per quel vessillo, e il vessillo è presente in Curva Sud. Dopo il vantaggio della Roma con firma Falcao è il capitano Agostino Di Bartolomei a siglare il definitivo due a zero con un bolide che l’allora portiere avellinese Stefano Tacconi (un grande…), ha potuto solo guardare in fondo alla rete. Al goal il Capitano non va da nessuna parte, non corre, ma sguardo fisso all’erba dell’Olimpico, s’inginocchia sul manto verde e alza le braccia al cielo. Di corsa arrivava Carlo Ancellotti che lo abbraccia. Un abbraccio che ferma il tempo e la gioia. Chissà cosa si saranno detti in quel momento.
Dimenticavo, quella volta il gol è stato fatto in curva nord, ma solo per la cronaca.

           

Stefano Trippetta 66 anni, romano. Scrittore non per vocazione ma solo per passione rivolta alla città che fortunatamente mi ha voluto, scelto e cresciuto. Attraverso il filtro di una buona memoria sono riuscito a dividere questa grande madre: da una parte la Roma del cuore, la Lupa, tatuata con orgoglio; dall'altra quella razionale legata a ogni tipo di cambiamento, atteggiamento, costume.

ARTICOLI CORRELATI

Nord Corea '66

Nord Corea ’66

Non sono marziani, eppure non sanno chi sono i Beatles. Non sono marziani, eppure occhi spalancati li accolgono a Lime Station nel cuore di Liverpool. Sono coreani del nord. Sono qui per giocarsi un posto tra le prime quattro del Mondo.

Leggi tutto »
Olimpiadi Atene 1896

Olimpiadi. Il futuro scritto da Atene

Fortemente voluto dal visionario barone Pierre de Coubertin, il 6 aprile 1896 ad Atene il sogno olimpico diventa moderno. Le Olimpiadi non cambiano solo lo sport, ma diventano specchio del mondo che cambia intorno a loro. Soprattutto diventano simbolo e meta agognata di uomini e donne che ne fanno l’obiettivo della vita e che, vincitori o sconfitti che siano, diventano esempio per tutti.

Leggi tutto »

Figurine. Cento grandi scrittori raccontati come campioni del pallone

Ce l’ho. Ce l’ho. Mi Manca.
Bastano poche parole per entrare nel mondo delle figurine, un mondo pieno di sorprese, dal quale non si esce più perché diventa una declinazione mentale del mondo. Un mondo che riserva sempre sorprese. Proprio come questa, proprio come il libro di Silvano Calzini dove cento grandi scrittori prendono vita e si fanno conoscere nella loro versione di campioni del pallone.

Leggi tutto »
Giacomo Losi

Giacomo Losi. In bocca al lupo Capitano!

88 anni, 405 maglie giallorosse, 305 fasce da Capitano e un cuore che non ha mai fatto differenze tra sacrificio e passione. Giacomo Losi ha cambiato campo e adesso si starà già riscaldando per la prossima partita. Con l’onore di averlo avuto nell’Associazione sin dal 2000, i Cavalieri della Roma oggi lo salutano così.

Leggi tutto »
Team Boxe Roma XI

Team Boxe Roma XI. Di cuore e di pugni

La seconda puntata di Roma Sport Sociale, il docu-reportage realizzato da Sportmemory con il supporto della Regione Lazio. Una storia di Maestri visionari ,capaci di vedere il futuro dove non ce n’era neanche l’ombra. Una storia di cuore e di pugni. La storia della Team Boxe Roma XI.

Leggi tutto »