Munition factory at 830513, target 18.
La fabbrica Ducati sulle carte dei servizi segreti.
L’Operazione Pancake in codice, in soldoni 732 bombe da 250 kg, 33 centrano la fabbrica di Borgo Panigale.
Adriano, Bruno e Marcello – i figli di Antonio, prevedendo la malaparata, da tempo hanno spostato le attrezzature, lasciando da prezioso bottino per le fortezze volanti solo quelle effettivamente convertite alla produzione bellica. Clean slate, 12 ottobre 1944. Degli stabilimenti (di apparecchiature elettroniche e lenti per l’ottica fotografica), orgoglio di tante famiglie italiane, restano cumoli di macerie.
La guerra finisce
Sette mesi dopo, 3 maggio, guerra finita ma ancora tante nubi sul cielo emiliano. Un furgoncino con i tre fratelli, polsi legati, caracolla su una strada di campagna direzione improvvisato plotone d’esecuzione.
Una volta lì, contrordine compagni, nessuno urla “fuoco”, la corda resta stretta ma poi, dopo qualche settimana, un piccolo giudice di provincia li assolve da chissà quale reato.
Nonostante tutto il vento in faccia, i fratelli Ducati scelgono comunque di ripartire nel dopoguerra. Il patrimonio di famiglia, in buona parte, finisce tra le zanne delle banche, mentre il risanamento statale (450ml di lire) viene deliberato, ma mai concesso perché evidentemente non sono solo le aule di tribunale a decidere.
La meravigliosa, intricata storia della Ducati.
La scintilla era stata la rivoluzionaria invenzione del primogenito Adriano, ventunenne. Un condensatore radio in grado di collegarci con gli USA con una potenza quattro volte inferiore rispetto a quella, altrettanto geniale, di Guglielmo Marconi.
Siamo nel 1926. Dieci anni d’oro e il primo giugno 1935 si pone la prima pietra di Borgo Panigale. Centinaia di migliaia di italiani, dell’area di Bologna e di riflesso altrove, vivono la stagione felice della produzione radio meccanica.
Come per la Phillips in Olanda, per intenderci, un fenomeno che va al di là dei numeri materiali. La commercializzazione si diversifica, la regola è l’innovazione: rasoio elettrico, calcolatrice, interfono a magnete, antenna radio, binocolo marino. Di straordinario poi l’orientamento verso il mercato mondiale, Ducati estero, è ovunque.
Tra miracolo e avventura
La risalita passa attraverso assenza di liquidità, blocco stipendi, blocco crediti, razionamento energia elettrica, anche il piano Marshall di traverso. Nascono, sotto partecipazione statale, due nuove realtà: la Ducati Elettrotecnica SpA e la Ducati Meccanica SpA.
E quindi Cucciolo, Motogiro, Milano-Taranto, la produzione di ciclomotori e motocicli.
Storia. Del motociclismo e dell’Italia che si rimette in cammino.
Dalla Mondial, campagna acquisti 1954, arriva Fabio Taglioni, ingegnere, il capo progettista di tutti i motori da corsa fino ai primi anni ottanta.
Il marchio vince in pista e sulle strade, alti e bassi, resiste ai colossi asiatici, annaspa risale cede, ma mai davvero, filosofia di vita nell’immaginario.
E via via fino a ieri…
… quando mi sistemo nella DeLorean, sì quella datata di Doc Brown e Marty McFly, per arrivare trafelato al circuito (Lusail) di una cittadina (Losail) vicino Doha dove i soldi girano e nessuno si domanda come mai.
È il 6 marzo, l’inizio della nuova stagione, la prima del dopo AD 46, della motoGP.
Una giornata trionfale per noi
Vincono Andrea Migno di Cattolica con la Moto3, Celestino Vietti di Ciriè con la Moto2 e soprattutto il riminese Enea Bastianini con la Ducati Desmosedici GP21 nella corsa dei bolidi più veloci. La Bestia, storpia nome ed esalta grinta, chiude davanti a tutti dopo 42′ e 22 giri a fiato sospeso. La sua Ducati indipendente e satellite, nel fine settimana travagliato delle moto ufficiali, scrive una pagina di storia indelebile. Batte forte il cuore di Nadia Padovani, la moglie di Fausto Gresini.
L’imolese che ha voluto il team, ci ha creduto, ci ha fatto vedere Capirossi, Rolfo, Melandri, Simoncelli, Pirro, Iannone (e mille altri, non solo italiani) e che il maledetto virus ci ha strappato giovane. Nadia, la prima donna a vincere da team manager con la squadra che ci emoziona, Gresini Racing, con la moto che ci emoziona come nessuna mai.
Il rombo della rossa, vi assicuro, sulle strade lontano dall’Italia si sente più forte.
Rumore e musica italiana.