Search
Close this search box.

Emilia Rossatti. Spade a cuori

Vercelli. Campionato Italiano di scherma under 23. In pedana Gaia Traditi ed Emilia Rossati si contendono il titolo italiano. Il tempo corre, le stoccate anche. Poi arriva il destino a 19 secondi dalla fine. Quello che accade dopo è un esempio per tutti.
Emilia Rossatti Gaia Traditi

Spade a cuori è una combinazione impossibile, le carte non lo permettono. Italiane quelle con il punto a spade, francesi quelle con punto a cuori. Nessun gioco consente di mischiarle, ognuno ha le sue carte e solo quelle.
Il destino, invece, è un’altra cosa. Il destino le carte le mischia come vuole.
A Vercelli è accaduto cosi.
A Vercelli le spade sono quelle di Gaia Traditi e Emilia Rossatti, in pedana per il Campionato Italiano under 23.

In pedana

La spada ha fatto parte (e in qualche modo lo è ancora) della mia storia; conosco il rumore sordo dei passi che si susseguono veloci, il tuo respiro come unico metronomo sotto la maschera, il braccio armato che dopo anni ancora non ha assunto quella forza che tanto vorresti avere. Ma soprattutto il desiderio di voler eseguire una danza, non tanto uno scontro. Il guardare i tuoi avversari e cercare di capire quali passi prediligono, se sanno seguire il tuo ritmo e quando, perché succederà, sbaglieranno qualcosa. È lì che risiede il tutto, in quel momento che cambia l’andamento dell’intero scontro. L’andamento del tuo modo di essere un’atleta. 
Tutto visto nella griglia della maschera, tutto fatto con il cuore che si gonfia stretto sotto la corazzetta.
Cuore, questo è il punto. Il punto vero, sia quando lo fai, sia quando lo perdi.
Gaia Traditi è in pedana per le Fiamme Oro, Emilia Rossatti per la Bernardi Ferrara; grande tradizione l’una e l’altra, valori non solo tecnica. Si vede, si è visto e si vedrà a lungo perché ha ragione Tolkien, le radici profonde non gelano.

Vercelli

A Vercelli la pedana non è una delle tante, è quella della finale.
In palio il titolo italiano di spada e a me pare di sentirlo anche da qui il cuore di Gaia e di Emilia. Il cuore vede e sente, anticipa le stoccate che dai e quelle che prendi, le immagina, le suggerisce. È lì che devi ricordati cosa significa duellare all’arma bianca: la spada permette di colpire tutto il corpo ed è proprio quella tentazione di trasformare il tutto in uno scontro disordinato, sporco nel suo confondere i corpi che mette tutto in tensione. La spada non è questo però. Soprattutto il duellare di spada di due giovani che in quest’arma, forse sempre relegata solo a cavalieri e pirati, non ci hanno visto un’amplificazione di forza muscolare quanto la celebrazione del loro ingegno.
Ed è così che nel loro assalto Gaia ed Emilia si fronteggiano, colpiscono, parano, affondano. È la danza più bella che si possa immaginare.

Gaia Traditi Emilia Rossatti

Il tempo si ferma

Il tabellone segna 12 per Gaia e 9 per Emilia, poi arriva il destino.
Un piede fuori posto, una caviglia che va per conto suo, la destra, punto cardinale all’opposto del cuore.
Gaia cade, si toglie la maschera d’istinto, si gira su sé stessa, stringe la caviglia con la mano. Il dolore si legge nel viso, nel movimento, nel corpo. Un attimo e le sono tutti intorno, anche Emilia, anche lei senza maschera, anche lei si piega per capire, per aiutare.
Il medico di gara rimette Gaia in piedi, lei si rimette la maschera, riprende posizione.
19 secondi; tanto mancava prima, tanto manca adesso.
Emilia, di fronte a lei, sa già tutto. Sa cosa deve fare.
Passi avanti e altrettanti passi indietro.

Tutti capiscono

19 secondi sono un attimo, sono lunghissimi. Sono diciannove secondi ma sono stati tre minuti prima, altri assalti ancora, tanta fatica, tanto desiderio di arrivare fin là. Emilia si fida della sua spada, l’ha portata fin là. Ogni schermidore in cuor suo vi è affezionato, anche quando sembra proprio non voler fare come dice lui. La spada, se la si lascia fare, può portarti fin là, alle finali. Lei sa, ne ha viste tante nella sua lunga storia. Si porta dietro il ricordo delle sue innumerevoli sorelle, riconosce i momenti in cui è giusto proseguire e quando invece l’onore risiede da un’altra parte. Emilia, da vera spadaccina, ha saputo ascoltare.
Il cronometro arriva a zero, le maschere volano via, si piange e ci si abbraccia.

Il titolo è di Gaia. Il titolo è di Emilia

Nessuna di loro dimenticherà mai e sarebbe bene che nessuno dimenticasse, sarebbe bene che Gaia Traditi ed Emilia Rossatti fossero una storia da raccontare e non solo informazione che dopo un paio di giorni diventa vecchia.
Con Gaia Traditi ed Emilia Rossatti il destino ha sparigliato le carte.
Spade a cuori è possibile, basta volerlo.
Basta insegnarlo.

 

…………..

Se vuoi leggere altre storie di Giulia Colasante clicca qui per acquistare il suo libro

Intrepide

Giulia Colasante si affaccia al mondo nell'ultimo anno del secolo scorso, in tempo per sentirne raccontare in diretta, abbastanza per rimanerne incuriosita. Giornalista pubblicista, laureata in Filosofia e in Scienze Cognitive della Comunicazione e dell'Azione, continua a studiare il futuro che attende lei, ma anche un po' tutti gli altri.

ARTICOLI CORRELATI

Lucia Lucarini missione impossibile

La sciabola e la mia missione impossibile

La sciabola non tollera dubbi. La scherma non tollera dubbi. Ogni volta che sei in pedana devi dare tutta te stessa. Anche io non ho avuto dubbi quando ho dovuto accettare la mia missione impossibile e mi sono messa in guardia contro la polmonite bilaterale che in pedana non mi ci voleva far stare.

Leggi tutto »
Monica Seles

Monica Seles. Il giorno più lungo del tennis

È il 30 aprile 1993 quando, al torneo di Amburgo, Monica Seles è pugnalata alle spalle da uno squilibrato tedesco, tifoso morboso di Steffi Graf. L’assalto le provocherà ferite sia fisiche che psicologiche, ma lascerà anche un segno profondo nella storia del tennis.

Leggi tutto »
Olga Biglieri Barbara

Olga Biglieri. L’aerofuturista Barbara

Una vita di passioni. Il disegno, il brevetto di volo a vela a 18 anni, il mondo visto dall’alto. Olga Biglieri inizia a dipingere tutto quello che vede. L’incontro con il futurismo è dirompente, lei diventa Barbara e sarà la prima aeropittrice. Nel 1938 l’incontro casuale con Marinetti, poi le grandi mostre, poi la guerra che le fa cambiare strada, ma non il desiderio di vedere il mondo secondo il suo personale sguardo.

Leggi tutto »