Scusa Ameri..scusa Ameri, non una frase, non un intercalare, ma un ritmo, quello di un rosario profano sgranato ogni domenica pomeriggio quando il calcio si giocava solo di domenica pomeriggio.
C’è stato un tempo, infatti, in cui il calcio era un mistero e le immagini, poche e preziose erano quelle di un solo tempo della partita trasmesso sul Primo Canale della RAI, gli spezzoni visti a 90° Minuto e quelli della Domenica Sportiva.
E come ogni mistero, anche quello del calcio aveva una sua liturgia.
Si chiamava Tutto il calcio minuto per minuto e gli officianti erano uomini che a quel mistero davano voce tenendo milioni di italiani incollati a radio, radioline e autoradio in uno dei riti collettivi più significativi del costume italiano del novecento, uomini a cui Nicolò Carosio aveva indicato la strada da percorrere.
Tra quelle voci, c’era Enrico Ameri
Giornalista di stile, voce amica di tutti noi, uomo garbato e libero d’idee, era un tandem radiofonico quello che vedeva Enrico Ameri insieme, ma non solo, a Sandro Ciotti, svelare i misteri del calcio domenicale agli italiani.
Rigorosamente dall’inizio del secondo tempo.
Non solo calcio e non solo radio
La lunga carriera di Enrico Ameri è stata un campo vasto che, dall’ingresso in RAI nel 1949 e dalla prima radiocronaca del 1955, lo ha fatto spaziare dalla guerra in Indocina sino allo sbarco sulla Luna, dalla tragedia dell’Heysel sino ai Mondiali del 1982 per arrivare poi a ideare e condurre le prime due edizioni de Il Processo del lunedì.
Con stile. Sempre. Difficile trovare in Enrico Ameri una parola fuori posto, difficile sostenere un paragone con il calcio urlato che dopo sarebbe entrato negli studi televisivi e nelle radio.
Scusa Ameri
Enrico Ameri passa dall’altra parte del campo il 7 aprile 2004 e ci piace immaginarlo ancora ad appassionarsi e a trovare le parole giuste per raccontare l’invisibile, il calcio immaginato e immaginario.
E forse, oggi, scusa Ameri dovremmo dirlo per quello che del racconto del calcio siamo riusciti a fare dopo.
O forse a non fare.