Francina Koen: Fanny per vezzo, Blankers per matrimonio, mamma volante per destino.
Fanny nasce il 26 aprile del 1918 nei pressi di Utrecht, Olanda; sfiora la Prima Guerra mondiale, ma in compenso si prende tutta la Seconda. Fanny è veloce, però; alla guerra ci passa in mezzo.
Fanny è talmente veloce che stabilirà record mondiali e nazionali, alcuni anche molto duraturi. Negli ultimi anni di vita, però, anche memoria e parole prendono la rincorsa e diventano più veloci di lei. L’Alzheimer forse è così: non un progressivo abbattimento delle facoltà cognitive, ma una corsa veloce, più veloce di tutte, proprio come quelle di Fanny. L’Alzheimer non la perdonerà. Fanny Blankers-Koen andrà avanti nel 2004, libera finalmente di riprendere corsa, parole e memoria.
Una storia sportiva a tutto tondo quella di Fanny Koen
Da adolescente ha l’imbarazzo della scelta: pratica con successo pattinaggio su ghiaccio, nuoto, tennis, ginnastica e corsa. Sembra che sia stato il suo allenatore di nuoto a consigliarle di dedicarsi alla corsa; secondo lui avrebbe avuto maggiore possibilità di successo. In effetti non solo andò così, ma il futuro di Fanny fu molto più roseo di quanto chiunque potesse immaginare.
La vita sportiva di Fanny sarà straordinaria, tanto che nel 1999 la Word Athletics, al tempo ancora IAAF, la nominerà atleta femminile del XX secolo.
I numeri di Fanny
I numeri ci restituiscono la sintesi della straordinaria vita sportiva di Fanny: 7 discipline, 59 titoli nazionali, 8 record mondiali, 4 ori e un argento olimpici, 3 ori e due bronzi europei.
Di numero, però, ce n’è anche un altro. Un numero molto particolare, il 2, e non è il numero di un record o di una gara.
Nel 1940 Fanny si sposa con il suo allenatore Jan Blankers; i quindici anni di differenza di età e un sostanziale scetticismo rispetto alla partecipazione femminile alle gare di atletica non impediranno a Jan di innamorarsi di Fanny e, soprattutto, di cambiare presto idea.
Nel 1941 arriva il primo figlio, nel 1946 il secondo.
Carriera finita aveva scritto più d’uno alla nascita del primo; carriera finita aveva continuato a scrivere più d’uno alla nascita del secondo.
Si sbagliavano tutti.
La storia olimpica di Fanny Blankers Koen
Forte di un record nazionale sugli 800 metri stabilito appena diciassettenne, nel 1936 Fanny guadagna la convocazione in nazionale e partecipa alle Olimpiadi di Berlino.
La sua prima apparizione olimpica gli concede solo dei piazzamenti, sesta nel salto in alto e quinta nella 4×100. Ma è solo l’inizio.
Nel 1940 l’Europa non è più la stessa; le Olimpiadi di Helsinki sono annullate. Nelle Olimpiadi antiche, i giochi fermavano le guerre; in quelle moderne sarà vero il contrario.
Negli anni della guerra Fanny continua ad allenarsi e a gareggiare dove e quando possibile.
La grande ripresa è ai Campionati europei di Oslo del 1946, dove porta a casa l’oro negli 80 metri e nella 4×100.
Dopo non smette più di vincere e, forte dei successi, ancora una volta è nella squadra olimpica nazionale per Londra ’48.
È proprio alle olimpiadi di Londra che Fanny Blankers-Koen entra nella storia dello sport.
È qui che si prende quattro ori: 100 metri, 200 metri, 80 ostacoli, staffetta 4×100. Quattro specialità diverse, quattro ori, due figli: nessuna come lei.
A Londra la storia si prende Fanny Blankers-Koen e la consegna alla leggenda come mamma volante.
Una vittoria contro il tempo in tutti i sensi. Il tempo di gara, puntualmente battuto in pista; il tempo della storia, impietosamente abbattuto dimostrando al mondo che nulla è impossibile per una mamma.
Uno sguardo avanti
Fanny Blankers Koen continuerà a stare in pista, a vincere e a stabilire primati fino al 1955 quando, a 37 anni, lascerà le gare dopo aver vinto il titolo nazionale per il lancio del peso. Le Olimpiadi la vedranno ancora, nel 1968, guidare la nazionale olandese di atletica.
Nel 1981 vengono istituiti gli FBK Games, meeting internazionale di atletica leggera che, ancora oggi, si svolge annualmente ad Hengelo dove anche lo stadio è intitolato a Fanny Blankers Koen.
Atleta femminile del secolo
Non solo la più grande atleta olandese, ma la più grande del secolo.
È il tributo che la Word Athletics riconosce a Fanny Blankers-Koen nel 1999.
Alla cerimonia, l’ottantunenne Fanny dice con un certo imbarazzo: “Volete dire che sono io ad aver vinto. Non ne avevo idea! Se penso a tutte le grandi atlete di questo secolo e ai giovani che stanno facendo così bene, devo dire che sono sorpresa… ma anche molto contenta! Ricordo ancora ogni dettaglio di ogni gara e finale di Londra. Per fortuna, i miei ricordi sono ancora molto vividi2
I miei ricordi sono ancora molto vividi.
Così dice.
Così ci piace ricordarla, sperando che il cuore si sia fatto beffa dell’Alzheimer e che quei ricordi le abbiano fatto compagnia fino all’ultimo. E anche dopo.
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