Annunciati ieri da Papa Francesco, nel prossimo Concistoro del 27 agosto saranno creati 21 nuovi Cardinali. Ordinaria amministrazione di vita ecclesiastica potrà pensare qualcuno, ma a parte il fatto che la creazione di nuovi Cardinali è sempre un momento altissimo della vita spirituale della Chiesa, questa volta c’è anche qualcosa che riguarda da vicino, molto da vicino il mondo del calcio.
Ancora di più, c’è qualcosa, o meglio qualcuno, che riguarda da vicino la Roma e che alla cristiana Fede ne affianca una più terrena che fa palpitare i cuori giallorossi.
Tra gli annunciati Cardinali, infatti, c’è anche monsignor Fortunato Frezza, canonico di San Pietro, finissimo biblista con una vita dedicata allo studio delle Sacre Scritture, per trenta anni cappellano dell’AS Roma, sportivo di suo con trascorsi da portiere e Cavaliere della Roma da oltre quindici anni.
La scelta di Dino Viola
Ultimo sacerdote di Bagnoregio ordinato dall’ultimo vescovo di Bagnoregio, il giovane don Fortunato Frezza non tralascia di coltivare la sua passione per il calcio affiancando all’officio sacro domenicale quello più terreno del campo da pallone. Smessa la tonaca sacerdotale, infatti, il prossimo Cardinale indossava la muta da portiere.
La storia del sacerdote portiere inizia a girare nel mondo del pallone e giunge a Dino Viola. Uomo di fede oltre che indimenticabile presidente, Dino Viola proprio in quel tempo aveva deciso di istituire la figura del cappellano della squadra.
I due s’incontrano, si conoscono, la Fede è contagiosa e inizia così il percorso giallorosso di un giovane prete destinato a diventare Cardinale.
Di Fede in fede
“Dino Viola non cercava un cappellano e basta” ci racconta Piero Schiavazzi, vaticanista e Cavaliere della Roma “Dino Viola cercava un prete che oltre la Parola del Signore sapesse anche intepretare lo spirito del campo, quello che i ragazzi vivevano ogni giorno. Un prete portiere, uno che la polvere l’aveva assaggiata sul serio, uno che faceva parte di quella schiera di calciatori capaci di sfidare l’avversario andandogli incontro con tutto sé stessi, Dino Viola non se lo lasciò scappare.”
Iniziano così i trenta anni a Trigoria dell’allora don Fortunato Frezza che, puntuale ogni sabato, celebrava la messa societaria, prima in palestra – ed è difficile in questo caso non richiamare la suggestione della Messa al campo – e poi, una volta costruita, nella Cappella.
“Fortissimo il rapporto che il Cardinale Fortunato Frezza è stato capace di costruire con moltissimi giocatori, di cui è stato confessore e confidente, anche di quelli maggiormente vivaci, diciamo così, noti alle cronache non solo sportive“continua ancora Piero Schiavazzi “così come è stato importante il suo rapporto con molti dei nostri allenatori. Una testimonianza concreta, se mai ce ne fosse bisogno, di come la Fede praticata trovi sempre strade da percorrere“.
Una storia dei Cavalieri della Roma
“Per i Cavalieri della Roma e per l’intera comunità giallorossa – società, squadra e tifosi tutti – la nomina cardinalizia di monsignor Fortunato Frezza è una splendida notizia che abbiniamo agli infiniti auguri che tutti noi gli facciamo” dice Antonio Calicchia, presidente dei Cavalieri della Roma, “una notizia che noi faremo diventare storia andando a raccogliere la sua esperienza unica e preziosa per renderla patrimonio comune. Una storia che racconterà i nostri calciatori nel loro profilo più personale, quello che non solo li fa essere campioni, ma che ce li fa anche sentire vicini come se fossero il nostro compagno di banco a scuola o il collega d’ufficio in pausa pranzo“.
Una storia che Sportmemory e i Cavalieri della Roma racconteranno insieme.