Con la sfrontatezza di chi non ha nulla da perdere. Con quella voglia matta che ti toglie il sonno, con l’adrenalina che non ti fa sentire la stanchezza. Con l’espressione strafottente di Jacob Pullen mentre infila la tripla che, di fatto, a 17 secondi dalla fine sancisce la vittoria. Al termine di una partita straordinaria contro i blasonatissimi campioni d’Italia dell’Olimpia Milano, e di un percorso avvincente nelle Final Eight di Torino, i ragazzi della Gevi Napoli Basket di coach Milicic vincono la Coppa Italia di Basket 2024.
I due precedenti
Se per la società del presidente Grassi è la prima Coppa Italia, per la città di Napoli è la terza in totale. La prima a vincere il trofeo tricolore (fresco di istituzione) fu la Ignis Sud Napoli del presidente Salerno, costola cestistica della Polisportiva Partenope, nel lontano 1968. Quella squadra, che schierava i mitici Giovanni Gavagnin e Remo Maggetti, aveva al suo attivo anche la Coppa delle Coppe conquistata nel 1970. Nel 2006, invece, fu la volta della Carpisa Napoli del Presidente Mario Maione e di coach Piero Bucchi, che annoverava nel roster, tra gli altri, Lynn Greer e Mason Rocca, nonché l’eterno capitano Mimmo Morena.
Le Final Eight
Alle Final Eight dell’Inalpi Arena di Torino, la Generazione Vincente Napoli si è presentata come settima testa di serie. Alla vigilia, nessuno avrebbe scommesso un euro sull’exploit della compagine partenopea, tanto meno dopo il doloroso trittico di sconfitte in campionato contro Bologna, Brescia e Cremona. Eppure, sfoderando una organizzazione di gioco straordinaria, invidiabili percentuali al tiro e sorprendente rapidità nelle transizioni in attacco e in difesa, i ragazzi in canottiera azzurra hanno prima battuto la forte Brescia (testa di serie numero 2) e poi Reggio Emilia, in un drammatico testa a testa finale, conclusosi all’over-time (a 5’ dalla fine del quarto tempo, Napoli era addirittura a -12!). Così, Napoli giunge a giocarsi la finale soltanto diciassette ore dopo lo sforzo straordinario della semifinale, per altro con un roster meno profondo e, sulla carta, meno forte degli avversari.
Il commento di Maurizio De Giovanni
Il percorso della Gevi Napoli Basket, in sostanza, pur tra mille difficoltà, è già encomiabile per il risultato raggiunto e per le emozioni regalate ai tifosi della palla a spicchi. Anche Maurizio De Giovanni diffonde le sue lodi sui canali social:“Prima della finale, e assolutamente a prescindere da come andrà, grazie a questa società napoletana rivolta alla città e immersa nella città, priva di strutture e di qualsiasi aiuto delle istituzioni, forte e testarda e tifosa e azzurra. Grazie, da parte di chi ama ogni manifestazione bella di genio, arte e cultura sportiva che fiorisce in questo territorio bello e dannato, spontaneamente e senza supporto o programmazione, ma nonostante ciò arriva in cima. Grazie per farci vedere con dolorosa evidenza la differenza.”
Olimpia Milano – Napoli Basket 72 – 77
Contro i rossi di coach Messina e di capitan Melli (20 punti e 8 rimbalzi per lui), Igor Milicic schiera il suo quintetto base, anche se è un po’ impecettato: ci sono i lunghi Tomislav Zubcic e Tariq Owens, le guardie Markel Brown e Michal Sokoloski, orchestrati da quel fuoriclasse di Tyler Ennis (21 punti, 7 rimbalzi e 7 assist). Il sesto uomo è Jacob Pullen, quello tutto genio e sregolatezza, il solista in grado di centrare il canestro direttamente dal divano di casa sua. Completano il roster il capitano Giovanni De Nicolao, Michele Ebeling, Alessandro Lever e il gigantesco Dut Biar Mabor.
Napoli passa in testa già dopo i primi minuti del match, contiene magnificamente le sfuriate di Milano e mantiene il vantaggio fino a un minuto dalla fine, quando succede di tutto. Shields riporta avanti Milano (71-70), ma a 17’’ dalla sirena Pullen decide che la coppa sta meglio in riva al mare di Mergellina: infila la tripla del 71-73 e psicologicamente per Milano è finita. Sokolowski ed Ennis, glaciali in lunetta, firmano poi i liberi decisivi che fanno gioire i tifosi dal cromosoma azzurro e consegnano alla storia le gesta della GeVi Napoli.
Il commento di Igor Milicic
“Abbiamo fatto qualcosa che la città di Napoli ricorderà per sempre”, ha dichiarato il coach croato dopo la partita, raggiante nella sua camicia bianca d’ordinanza. “È un successo anche per i nostri tifosi e per la nostra società. È stato un grande traguardo per la squadra.” Sulla stessa lunghezza d’onda l’MVP della finale, il polacco Michal Sokolowski: “Siamo contenti di aver fatto felice il popolo di Napoli. Loro ci sono sempre. La vittoria, e la Coppa Italia è tutta per loro.”
La nuova dirigenza e la rivoluzione vincente
Il viaggio in lunetta della GeVi Napoli Basket comincia alla fine della stessa stagione 2018, quando gli imprenditori napoletani Michele Amoroso, Federico Grassi e Francesco Tavassi rilevano in serie B il Cuore Napoli Basket, conferendogli l’attuale denominazione di Napoli Basket. Nel 2019 la società rileva il titolo sportivo della Legnano Basker Knights e partecipa al campionato di A2. Al termine del campionato 2020-21 Napoli torna in serie A dove, non senza qualche difficoltà, si salva per due campionati consecutivi. In vista della stagione attuale, 2023-2024, la dirigenza presieduta da Federico Grassi, con un misto di incoscienza e lungimiranza, taglia coraggiosamente gli indugi e decide per la rivoluzione totale. Via tutti i giocatori, ecco un roster completamente nuovo, con alcune individualità eccellenti. La panchina viene affidata a quel mago di Igor Milicic, croato naturalizzato polacco, che ha da poco portato la Nazionale del suo paese d’adozione alle semifinali degli Europei. A dargli una mano, il saggio Cesare Pancotto, protagonista della salvezza precedente. Ma anche la società si dà un assetto che si rivelerà vincente: il capace Alessandro Della Salva diventa il General Manager, mentre il nuovo Direttore Sportivo è il maiorchino Pedro Llompart, che si dimostrerà altrettanto capace. Insomma, via l’immagine da provinciale un po’ sbilenca e cadente, gli azzurri acquisiscono un profilo moderno e internazionale. A Napoli si capisce subito che l’aria è cambiata. La squadra fa faville e la vittoria in Coppa Italia è solo il giusto premio per un club che sa lavorare bene: una vera Generazione Vincente!
Il rapporto con la città
Contrariamente a quello che si racconta, con una intera città indissolubilmente legata al calcio e dolcemente prigioniera del mito di Diego Maradona, Napoli ama il basket e i tifosi seguono con passione le gesta degli eroi in canottiera azzurra.
Anzi, il minore clamore mediatico e il clima più pacato intorno alla pallacanestro permettono un rapporto di identificazione più viscerale tra la società da una parte, e la città dall’altro.
Se i tifosi agitano sugli spalti le bandiere che raffigurano Totò, dal canto loro i giocatori portano sul cuore un simbolo che è una vera dichiarazione d’amore per Napoli e per la sua storia. Quel cerchio, infatti, è dominato dal Corsiero del Sole, emblema dell’indomito popolo napoletano, e impreziosito dai tre gigli capetingi dei Borbone di Napoli. Un bellissimo esempio al quale il Calcio Napoli, sovrano indiscusso dello sport partenopeo, oggi in difficoltà dopo la cavalcata straordinaria dell’anno scorso, dovrebbe guardare con simpatia e attenzione.