Hermann Maier è una leggenda.
Sei medaglie mondiali, quattro coppe del mondo e due vittorie olimpiche; Hermann Maier è considerato uno degli sciatori più forti della storia.
Insegnanti di sci i genitori, da loro Hermann impara da subito amore per la montagna e per la neve e ne segue i passi. Diventa anche lui maestro, ma ben presto capisce che non è quello veramente il suo posto. Segue il suo talento e fa bene. Per una serie di coincidenze il debutto avviene il 6 gennaio 1996; Hermann ha 23 anni e quell’anno la Coppa del mondo si svolge a Flachau, dove abita tutta la famiglia. Ha già all’attivo qualche gara regionale e nazionale, ma il bello deve ancora arrivare. La Federazione austriaca lo fa scendere come apripista nello slalom gigante: Naturalmente è un fuori gara, ma fa il tempo. Un tempo che se avesse gareggiato gli avrebbe fatto fare una bella figura piazzandolo nei primi dieci. Una bella figura che gli fa subito guadagnare la partecipazione ai giganti di Coppa Europea, a Les Arcs, l’8 e il 9 gennaio. I risultati son strabilianti: secondo il primo giorno, primo il secondo giorno. A fattori invertiti, il prodotto non cambia: Herminator, così lo chiameranno, nasce così.
Noi adesso facciamo un salto nel tempo
Adesso andiamo dentro la stagione 1997/98. È in questa stagione che Hermann Maier diventa una leggenda con le sue 10 vittorie consecutive. Arriva poi Nagano, la sua prima Olimpiade. Discesa libera: nonostante sia il favorito, scivola e rompe tutte le reti. Secondi che paiono un’eternità, si inginocchia e si rialza, fa un cenno alle telecamere. Fa bene. Anche se pieno di dolori, scenderà ancora in supergigante e in slalom gigante: li vince. Da Nagano torna con due ori, ma l’anno non è finito. Quando finirà, Hermann Maier lo saluterà con la Coppa del Mondo e con le Coppe del Mondo di specialità, ovviamente supergigante e slalom gigante. Questa è solo una stagione. Poi c’è tutto il resto. Altre medaglie, tante. Altre Coppe, tante.
Adesso un nuovo salto nel tempo. Adesso siamo qui e ora.
La tempesta nella valle
Da tempo Hermann Maier è il testimonial per un programma della Orf Universum dove presenta alcune delle regioni più belle del suo paese. In occasione della registrazione di uno dei documentari si trova, insieme ad una troupe di 25 persone, nell’oasi di Ginzling, Alpi della Zillertal. Tra loro anche Celine Floitental, la figlia del direttore del Parco, insieme al suo cane. Alla fine delle riprese un temporale improvviso sorprende il gruppo, per nulla preparato a quella eventualità. Pioggia, vento, grandine e fulmini sembrano non finire e, soprattutto, non bastare. La strada che li avrebbe dovuti riportare a valle è bloccata da una frana. La valle intera è minacciata da altri smottamenti: i venticinque sono in trappola, devono rientrare a piedi.
Naturalmente anche Celine, 8 anni, e il suo cane. Di lei, di loro, si prende però cura proprio Hermann Maier. Sfidando gli smottamenti incombenti, è lui che li guida attraverso i passaggi più difficili e complessi.
Difficili e complessi, ma anche sono gli unici a essere sicuri rispetto agli smottamenti.
Oltre l’inferno bianco
L’inferno bianco sembra voler avvolgere tempo e tutti, ma Hermann Maier non si tira indetro. È nel nel suo ambiente naturale. Lui è tutto quello che gli hanno insegnato i genitori da piccolo, è tutto quello che ha imparato da grade. Adesso è nel suo ambiente naturale, si fa guidare dal suo innato senso di sfida.
Tempo un’ora e Celine e il suo cane sono al sicuro.
Prima Hermann Maier era una leggenda. Prima. Adesso è anche un eroe. Senza di lui, molto probabilmente, Celine e il suo peloso non ce l’avrebbero fatta.
I giorni delle gare e dei titoli di giornali sono ormai archiviati da tempo, ma il destino ha voluto che di Hermann Maier si tornasse a parlare. Come sportivo, certamente, ma soprattutto come campione nella vita.