Il Viaggio degli Eroi lo abbiamo annunciato in un articolo precedente e poi lo abbiamo visto in anteprima. Oggi, alla vigilia della sua uscita in sala dal 21 al 23 giugno, torniamo a parlarne perché il docufilm di Manlio Castagna ci è piaciuto e anche molto.
Quando si parla di Mundial ’82 è davvero difficile resistere alla tentazione di esordire citando il triplice Campioni del mondo! gridato da Nando Martellini in quella calda sera di luglio quando gli azzurri, stupendo tutti, conquistarono la Coppa più ambita.
Quella vittoria significò molto più di una conquista sportiva.
La Coppa del Mondo del 1982 segnò un’epoca, consegnò alla storia un manipolo di eroi diventati patrimonio di tutti gli italiani, tifosi e non. Soprattutto, trasformò le strade delle nostre città lasciandole esplodere di gioia, di abbracci e di festa. Tutti insieme sotto i tre colori di quella bandiera che magicamente acquistava un significato di vera fratellanza, di orgoglio, di appartenenza. È singolare quanto quel momento sia rimasto scolpito nella memoria di ogni italiano che ha avuto la fortuna di viverlo. Tutti ricordano dov’erano, cosa facevano, che periodo stavano vivendo mentre in televisione il presidente Pertini esultava al terzo gol di Spillo, al secolo Alessandro Altobelli. Adesso non ci prendono più! disse. Aveva ragione.
I ricordi di un bambino di nove anni
E allora la memoria torna a un rione dell’Arenella, a Napoli, dove qualcuno aveva preferito piazzare il televisore sul balcone per fuggire dal calore dentro casa. Torna a un bambino di nove anni che, affascinato da quel gioco appena scoperto, cominciò a sognare di diventare come Paolo Rossi e Giancarlo Antognoni. Torna all’euforia collettiva che contagiava anche parenti e conoscenti normalmente impassibili e apatici e le chiassose immagini trasmesse su quegli schermi sembrano essere di ieri. Televisori così diversi se paragonati a quelli di oggi, tanto erano importanti e al tempo stesso piccoli.
E la strada. Indimenticabile la strada da dove salivano grida, cori, strombazzate di clacson e l’eco di una festa colorata che sembrava non dover finire mai più.
Il docufilm di Manlio Castagna, tra commozione e nostalgia
Questo accadeva quaranta anni fa. Nella ricorrenza, il docufilm Il Viaggio degli Eroi prodotto da One More Pictures con Rai Cinema e Rai Com e diretto da Manlio Castagna, giunge nelle sale italiane come un regalo di compleanno inatteso.
In 75 minuti, l’agile pellicola racconta l’impresa degli azzurri di Bearzot come se si trattasse della quest di un cavaliere medievale. Undici tappe scandite dalla voce profonda e rassicurante di Marco Giallini e introdotte da illustrazioni suggestive di grandi artisti italiani che ricordano altrettanti momenti di giochi di ruolo famosi. Dungeons and Dragons ha lasciato il segno anche qui.
Una narrazione coinvolgente, in alcuni punti addirittura commovente, anche grazie al talento di Manuela Cacciamani, autrice del soggetto e della sceneggiatura. Non sorprende più, ormai, ma è una grata notizia che una donna si sia appassionata a un universo fino a qualche anno fa prettamente maschile, spesso addirittura maschilista.
Protagonisti anche sullo schermo
Attraverso il racconto dei protagonisti, che svelano con commozione le loro emozioni dell’epoca, e gli highlights delle sette partite giocate dagli azzurri, la pellicola riesce a farci rivivere quei momenti in un flashback potente e convincente. Le immagini scolpite nella nostra memoria rivivono fotogramma per fotogramma, con occhi nuovi, più consapevoli, ma ancora avidi di quelle sensazioni intense mai più provate.
Un’operazione che scava a fondo e solletica la nostalgia, ma che può essere utile anche per la generazione che non ha ancora avuto la fortuna di vivere un mondiale di calcio tifando per gli azzurri.
Un salutare tuffo nel passato
Un salutare tuffo in un passato ormai lontano, ma ancora tanto presente nel cuore degli italiani, che rende più sopportabile perfino l’attualità grama, incerta, supertecnologica e insipida del nostro vivere quotidiano.
Calcistico e non.