È una grande storia di calcio quella del Liverpool Football Club, una storia che inizia nel 1892, agli albori del calcio moderno.
Una storia che ha portato il Liverpool a essere squadra tra le più blasonate al mondo, storia di grandi campioni e anche di uno stadio, Anfield, dove sin dal 1892 il club disputa le partire interne dopo essere subentrato all’Everton, l’altra squadra cittadina che vi giocava dal 1884, ma che per i costi ritenuti eccessivi decise di lasciarlo e farsi il suo stadio a Goodison Park.
Della grande storia calcistica del Liverpool si è detto e scritto a non finire, difficile quindi aggiungere qualcosa di nuovo, ma c’è un episodio che a metà tra calcio e costume ci piace ricordare.
Ebbene, è vero, parliamo di un grande protagonista, ma come tutti i grandi anche il Liverpool ha avuto momenti grigi; nel 1954 il Club retrocede in seconda divisione e quello che seguirà è un periodo in cui la passione farà spesso rima con delusione.
Sarà lo scozzese Bill Shankly, uomo che aveva il calcio nel sangue e che allenerà il Liverpool fino al 1974, a prendere per mano la squadra nel 1959, a riportarla in Premier League nel 1962, a farle vincere il sesto titolo nazionale nel 1964 così da giocare la Coppa dei Campioni arrivando alla semifinale nel 1965, quando venne eliminata dall’Inter.
Ebbene al primo turno di Coppa dei Campioni il Liverpool incontra un’altra matricola, il Reykjavik.
Il 17 agosto 1964 si gioca in Islanda, i Reds vincono facile e il 5 a 0 rende il ritorno poco più di una formalità che potrebbe trovare uno scarso interesse dei tifosi.
La cosa forse preoccupa un po’ i dirigenti del Club, ma se il calcio riserva sorprese, Liverpool non è da meno.
Da qualche anno una band di quattro ragazzi con le frangette ha iniziato a farsi notare, proprio nel 1963 ha scalato le classifiche di vendita arrivando al primo posto e migliaia di giovanissimi fans, ragazze in particolare, accorrono e vanno in visibilio ai loro concerti: i quattro sono di Liverpool, cambieranno il mondo della musica e non solo. Si chiamano The Beatles.
Ora vallo a sapere il vero motivo, se per paura di scarsa affluenza o semplicemente per aver voluto omaggiare gli astri nascenti del pop britannico, fatto è che i dirigenti del Club invitano – o ingaggiano – i Beatles per vedere la partita.
L’Intrepido, settimanale a fumetti per ragazzi che in quegli anni si caratterizzava proprio per una spiccata vocazione sportiva, tende a pensare che la presenza dei Beatles, “gli sbafatori” li chiama, fosse animata proprio dall’intento di riempire lo stadio.
Il 14 settembre 1964 ad Anfield il Liverpool batte il Reykjavick con il risultato tennistico di 6 a 1.
32.597 spettatori si godono lo spettacolo e il passaggio agli ottavi; tra questi, con ogni probabilità, qualcuno avrà più volte girato lo sguardo dal campo verso la tribuna per scorgere le quattro frangette dei Beatles.