Se pensate che Mahjubin Hakimi sia senza parole, sbagliate.
Mahjubin Hakimi parla e continuerà a raccontare della vita normale che aveva immaginato per sé, per la sua famiglia, per le sue amiche, per le sue compagne di pallavolo del Kabul Municipality Volleyball Club.
A Mahjubin Hakimi hanno negato una vita normale, ma di quella vita adesso lei è un simbolo e mentre il nome di chi l’ha uccisa rimarrà affogato nelle fogne del tempo, di lei si parlerà ancora quando l’Afghanistan tornerà ad essere un Paese per donne.
Donne libere di essere donne come meglio credono.
Donne libere di giocare a pallavolo proprio come le ragazze della Roma Volley Club femminile, di cui abbiamo parlato in un recente articolo.
Di lei non sapevamo nulla, mentre oggi centinaia di miloni di persone ne conoscono il viso e la storia che sta rimbalzando sugli schermi di tutto il mondo.
Centinaia di miloni di persone oggi sanno che una ragazza è stata decapitata perché una donna libera che gioca a pallavolo vi fa paura.
Forse ancora non lo sapete, ma avete già perso.