È in una calda e soleggiata mattina invernale che incontriamo Daniele Cerra nel parco del Sant’Alessio per farci raccontare la sua recente avventura sportiva. Romano, 28 anni, ha perso la vista 8 anni fa; esperto di tifloinformatica, attualmente sta seguendo una formazione al Sant’Alessio per diventare guida nelle attività della black box (una stanza completamente buia, dove si tengono anche corsi di alta formazione per manager di azienda; le prove vengono somministrate al buio costringendo la persona a mettersi completamente in gioco migliorando le capacità di lavorare in gruppo, la comunicazione verbale e l’ascolto attivo, la gestione dello stress, ndr).
Dallo scorso maggio Daniele si sta allenando nella piscina del Centro di preparazione paralimpico Tre Fontane.
Daniele e il nuoto agonistico
“Frequentavo il Sant’Alessio, e un amico che conosceva il mio passato da nuotatore mi ha consigliato di chiamare il CIP– ci racconta Daniele -. Così feci e mi trovai a parlare con una persona che poi ho scoperto essere il tecnico della nazionale paralimpica di nuoto, Enrico Testa (che abbiamo conosciuto nel documentario Roma Sport Sociale, in cui si racconta la storia di Federico Bassani). Enrico mi ha invitato a fare una prova, e dopo avermi visto nuotare mi ha proposto di intraprendere un percorso agonistico. Da allora mi alleno 4 volte a settimana in piscina, e cerco anche di andare in palestra 1 o 2 volte a settimana per implementare la mia preparazione atletica. Non sono un ragazzino per il nuoto, ma ancora qualche carta da giocare ce l’ho!”.
Daniele non ha ancora scelto la sua specialità in via definitiva. “Con Enrico Testa stiamo ancora valutando quale sia la mia predisposizione migliore, e al momento stiamo insistendo un po’ più sullo stile libero, ma c’è ancora bisogno di tempo per capire”.
Come funziona il nuoto per chi non vede?
Innanzitutto, bisogna capire come fare i movimenti, e calibrare potenza e direzione. Chi non vede può perdere facilmente l’orientamento, soprattutto in fase di virata. “Enrico Testa mi ha poi insegnato ad utilizzare alcuni strumenti che possono essere di aiuto per una persona con disabilità visiva. Ad esempio, non sapevo esistesse il lu coach, la cuffia con cui l’allenatore ti parla mentre nuoti – continua Daniele. La cuffia non viene usata sono da persone con disabilità visiva, ma per noi è ovviamente fondamentale. Oppure il tapper, l’oggetto con cui ti danno indicazione di virata e tante altre, come per esempio il passaggio di testimone in caso di staffetta”.
“Un mese dopo aver iniziato gli allenamenti in piscina ho partecipato alla mia prima gara di società con la squadra a Napoli, visto che ora sono iscritto alla SS Lazio, e ho fatto i primi tempi ufficiali in vasca lunga nei 50 e 100 metri stile libero, e nei 100 a dorso. In quell’occasione ho vinto anche le mie prime medaglie. Lo scorso dicembre poi ho partecipato, a Fabriano, alle classificazioni nazionali in vasca corta, e sono riuscito a migliorare il mio tempo nei 100 metri stile libero grazie ad una buona virata”.
Cosa ti piace del nuoto?
“A me piacciono gli sport di squadra, però a livello competitivo preferisco quelli individuali, dove la soddisfazione è più personale: se perdo è perché ho sbagliato qualcosa io, se vinco è perché ho fatto tutto correttamente – ci dice Daniele. E poi a me piace stare in acqua. Dentro l’acqua ci sono cresciuto, ho tutti i miei ricordi da bambino e da adolescente con gli amici nello spogliatoio, la partita di calcio prima, il nuoto poi. Quando ti alleni ad alti livelli è tutto molto faticoso, fai una fatica immane; spesso si arriva a chiedersi “chi me lo fa fare?”. È sempre una questione di passione, se non ci credi, se non hai passione per quello che fai non ce la puoi fare. Adesso poi, frequentando il CIP, sono felice di vedere così tanta gente che, nonostante le difficoltà, vive in acqua. C’è tanta inclusione. Ad uno manca una gamba? Un altro non vede? È quasi come se non interessasse niente a nessuno, si suda tutti insieme e si nuota veloce verso i propri obiettivi’.
I prossimi appuntamenti
“A marzo ci sono le gare nazionali a Lignano Sabbiadoro, e ci siamo poi scritturando per una classificazione internazionale in programma nel mese di maggio a Berlino. Le paralimpiadi di Parigi 2024? Sono il mio sogno, ma preferisco fare una bracciata dopo l’altra, chissà dove mi porteranno”’.