La villeggiatura, l’estate, le piste di sabbia, il ciclismo che diventa pop e grandi campioni che diventano gregari di bambini che lanciano biglie in traiettorie improbabili, ma indimenticabili.
Biglie di plastica, una metà colorata e una metà trasparente che lascia vedere, sorridente, ammiccante e complice, il volto del campione che si presta al gioco.
L’immagine in copertina
L’immagine non è figlia di una scelta a caso. Questa immagine piuttosto è un mondo.
È l’Italia della villeggiatura, l’Italia degli anni ’50, delle sue estati che finivano solo con la riapertura delle scuole il primo ottobre. Infinite quelle estati.
Una cartolina con i Saluti dal mare spediti da Pinarella di Cervia nel 1957, come si usava allora, quando i social erano la strada, il campetto, la tavola o la spiaggia, appunto.
In ogni caso luoghi dove si stava insieme e non si immaginava solo di esserlo.
Quei bambini che hanno costruito un’architettura ardita, più che baby-boomer in senso stretto, sono figli della Ricostruzione, di un’Italia che si stava rimettendo in piedi e che guardava con fiducia al futuro.
Quei bambini, su quella pista ben più grande di ognuno di loro, giocano insieme e lo fanno sul serio, non uniti da una rete wi-fi.
Qualcuno sarà stato amichetto di ombrellone – ma nella foto vediamo ancora le vele -, qualcun altro sarà arrivato lì attratto da quelle forme in costruzione che lasciavano intendere quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
Il ciclismo pop delle biglie
Presto su quella pista ci sarebbe stato spettacolo. O meglio, ci sarebbe stato grande sport: ci sarebbe stato grande ciclismo.
Quelli sono gli anni di Coppi, Bartali, Nencini, Magni e Gaul. Campioni su strada e di pista, ma che, immancabilmente, nelle estati della villeggiatura, diventavano anche e soprattutto campioni di spiaggia.
Sì, perché a nessuno dei bambini diventati grandi con la villeggiatura mancava un corredo di biglie con dentro stampigliato il viso del ciclista, quello che immancabilmente sarebbe diventato il campione di spiaggia sbaragliando tutti gli avversari.
E così via a partite accanite e interminabili, con qualche occhio vigile di genitore a badare che tutto andasse bene e che nessun bambino divagasse troppo al punto da perdersi e dover essere richiamato con gli altoparlanti dei bagni. Partite che si interrompevano, in caso e solo se di comune accordo, per una pausa bagno.
Ed è così che il grande ciclismo e i suoi campioni diventavano pop e familiari, patrimonio di memoria comune che quei bambini avrebbero mantenuto e rilanciato nel tempo.
La memoria esponenziale
Memoria che diventerà storie raccontate e ripetute durante tutto l’inverno tra banchi di scuola, ricreazioni e strade dove si scendeva a giocare una volta finiti i compiti.
Storie che non solo facevano assaporare le sfide epiche vissute su quelle piste di sabbia battuta, ma anche prefigurare quelle dell’estate che, prima o poi, sarebbe tornata.
Le storie nascono così, spesso per puro caso.
In questo mese di sospensione estiva dell’aggiornamento mensile, non vi faremo mancare del tutto le nostre storie. Ne pubblicheremo alcune in maniera estemporanea nella sezione Diorama e, come sempre, cercheremo di raccontarle non per informare, ma per emozionare.
I numeri di Sportmemory
Alla pausa estiva, che vede Sportmemory entrare a testa alta nel suo secondo anno vita, arriviamo con numeri che ci confortano: 480 storie raccontate, oltre 304.000 lettori unici, 365.000 visite per un totale di oltre 2.631.000 pagine lette.
Adesso in vacanza, quindi, ma segnatevi la data.
Il 5 settembre Sportmemory torna con le sue storie e anche con qualche novità, ma di questo diremo a breve.
Buona vacanza con lo spirito della villeggiatura.