L’incomprensibile comunicato dei quotidiani relativo alla morte dell’uomo più veloce sull’acqua, l’inglese Malcolm Campbell, avvenuta all’alba del nuovo anno (1949 ndr), non ci dice se la Sua grande amica, quella che cento volte egli aveva sfidata in aperta e leale tenzone, gli abbia concesso di vederla in viso nell’ultimo incontro. In genere quando l’operazione di cataratta non riesce il paziente resta o diventa cieco. Ora, se la notizia è vera, sappiamo che si può anche morire, ma tutto può farci credere che Egli prima di chiudere gli occhi per sempre possa aver avuto la visione della fine imminente e della vita trascorsa.
La Grande Amica
Ed allora chissà se non avrà chiesto alla Grande Amica: “Perché mi hai concessi questi altri 18 mesi di inutile vita. L’ultimo mio sogno di gloria era tramontato allora in quelle stesse acque che mi avevano dato il terzo ambitissimo titolo. Avevo veduto che anche coi nuovi più potenti motori non c’era nulla da fare perché mancava l’accordo tra l’antica guida e la nuova potenza. Potevo ancora continuare ad osare ma a quale scopo rischiare anche di far male ad altri con l’indocile scafo? Pregio della mia vita di lotta contro il tempo e lo spazio è stato quello di saper misurare al limite le possibilità mie e del mezzo meccanico, ma Tu che conoscevi l’iniqua sorte che mi attendeva, potevi allora spingermi all’azzardo ancora per poco per segnare sulle acque del piccolo lago scozzese un’altra gloriosa scia come quella lasciata da Segrave“.
Non che Egli tenesse al plauso delle folle ma sono le folle che attribuiscono gloria ed onori. Difficilmente sarà dimenticato il nome del pilota del Miss England che chiudeva gli occhi sul lago Woidermere esclamando: “Così si può anche morire!”, mentre chi saprà mettere il Blue Bìrd a fianco del letto di una clinica?
Lo sport come vita
Malcolm Campbell era nato l’11 marzo 1885 e a 21 anni, nel 1906, iniziava la carriera sportiva partecipando a gare ciclistiche. Nel 1910 passa all’automobilismo vincendo alcune corse ma dedicandosi subito dopo all’aviazione partecipando alla prima grande guerra come pilota.
Dopo la guerra ritornava all’automobilismo dedicandosi alla conquista del primato assoluto di velocità terrestre che egli conquistava e difendeva dal 1923 sino al 1935 portandolo da Km. 235.071 a Km. 485.175. Fu il suo canto del cigno . . . terrestre che però, per oltre due anni rimase imbattuto e solo il 9 novembre 1937 Eyston col mastodontico Thunder-boldt passava a Km. 502 e 442 metri.
I primati in acqua
Campbell non si era messo a riposo. I primati assoluti in aria e su terra erano saldamente in possesso del suo paese. Restava sempre la spina del primato sull’acqua in mano dell’imbattibile costruttore statunitense Gar Wood. In meno di due anni anche il terzo primato assoluto passava in possesso inglese. Il 1° settembre 1937 nelle acque di Locarno sul Lago Maggiore, Campbell, col suo motoscafo Blue Bird (lo stesso nome dei suoi bolidi terrestri) batteva il primato tenuto da cinque anni da Gar Wood portandolo da Km. 200,900 a Km. 203,290. Un anno dopo, il 16 settembre 1938, sul piccolo lago svizzero di Halwill lo migliorava portandolo a Km. 208,400. Dopo un altro anno il 19 agosto 1939 sul Lago Coniston in Scozia il record saliva ancora fino alla media di Km. 228,400, la massima velocità finora raggiunta dall’uomo sull’acqua.
Il nuovo corso
La nuova grande guerra metteva in tacere ogni altra attività agonistica ma anche dopo, alla ripresa, non si aveva notizia di possibili tentativi americani di riconquista, paghi evidentemente di essere in possesso del più ambito primato delle vendite. Andranno a meno di 200 km. di velocità, i motoscafi americani ma tra entro e fuori bordo ve ne sono più di un milione per soddisfare i desideri sportivi e turistici dei motonauti americani.
Con tutto ciò Malcolm Campbell sperava ancora di raggiungere qualche meta più strepitosa, ma, com’è noto, si dimostrava che per ora non c’era ancora nulla da fare in questo campo, almeno secondo le nostre supposizioni. Sarà rimasto nell’ozio in questi ultimi diciotto mesi di vita accordatigli dalla Grande Amica? Non sappiamo. Sappiamo solo che è un altro dei grandi, dei massimi campioni dello sport che se ne è andato. Un altro di coloro che allo sport davano tutta la loro anima e tutta la loro energia con l’unica mira della supremazia del proprio Paese.