Search
Close this search box.

Roger Bannister. Il miglio del secolo

Il miglio, gara di grande fascino tra le competizioni atletiche, e la storia di Roger Bannister, l'atleta che il 6 maggio 1954 scende per primo sotto il limite del 4 minuti.
Roger Bannister

La storia di Roger Bannister ci consente una riflessione sul concetto di limite e sul senso che questo può avere nello sport.
Il progredire nello sport, e nell’atletica leggera in particolare, ci ha infatti sempre proposto i cosiddetti “muri” o “barriere” che hanno rappresentato altrettante mete nel mirino dell’uomo nel suo continuo miglioramento. Molte volte ci siamo domandati quali sarebbero stati nel tempo i limiti umani nelle varie specialità dell’atletica leggera e tutte le volte l’obbiettivo ipotizzato ci è sembrato irraggiungibile e tale da non essere vissuto direttamente.

Oltre i limiti

Così fu per i primi 2 metri nel salto in alto (e poi i primi 2,30), così i primi 5 metri nel salto con l’asta per passare immediatamente dopo ai primi 5,50).
Nella corsa poi le barriere sembravano ancora più ardue da superare. Pensiamo ai primi 10.0 netti sui 100 metri e ai primi 20.0 sulla distanza doppia. Quante volte ci siamo anche domandati chi sarebbe stato il primo a toccare gli 8 metri e mezzo nel salto in lungo e i 18 metri nel triplo?
E così si potrebbe andare avanti per tutte le specialità. In effetti, col senno di poi, possiamo dire che tali traguardi sono stati raggiunti prima di quanto avessimo ipotizzato.

Un “muro” che sempre aveva colpito la fantasia degli statistici, degli atleti e comunque di tutti gli appassionati del nostro sport, era quello dei 4 minuti sul miglio (m. 1.609,36), l’unica distanza che aveva resistito alla conversione delle misure inglesi al sistema metrico in uso ormai in quasi tutta Europa e nel resto del mondo e considerata una vera e propria pietra miliare nella storia dell’atletica leggera.

Un po’ di storia

Già nel 1861 c’era stato chi dalle pagine del giornale inglese Bell’s Life aveva annunciato che esistesse già l’uomo in grado di correre il miglio in quattro minuti. Infatti era di quel tempo la prova offerta dal professionista William Lang che, in una prova su strada in leggero declivio, ma rigorosamente misurata, aveva corso la distanza in 4’02”0.
Si dice comunque (cito Giorgio Bonacina) che la corsa del miglio avesse origini ancora più lontane, addirittura nel 1700 se non addirittura nel 1665 quando un lord inglese, sir Archibald Glover di Nottingham, corse la distanza in 4’58”1/2, lasciando tuttavia dubbi sulla esattezza della distanza e sulla precisione del cronometraggio.

Il primo risultato sicuro è del 1804: 4’50” netti del professionista Robert Barclay.

Nel 1800 furono proprio i professionisti a scatenarsi nella ricerca esasperata del miglioramento dei tempi sul miglio.
Fra i dilettanti emerse la figura dell’inglese Walter George, un longilineo di 1 metro e 81 centimetri e di 62 kg di peso, che portò il limite dilettanti sul miglio a 4’18”2/5 il 21 giugno 1884. Poi erano tornati in auge i professionisti e il 19 agosto 1865 a Manchester, William Lang sconfisse di un soffio il connazionale Walter Richards nel tempo, per entrambi, di 4’17”1/4.
La gara si disputò davanti a 15.000 spettatori che convennero al Royal Oak Park Grounds di Manchester per assistere alla conquista del titolo di campione britannico del miglio (sempre per professionisti). La giornata era splendida e la pista di 651 yard in ottime condizioni. Le cronache riportano che il colpo di pistola fu sparato alle cinque pomeridiane, l’ora del thé.

I record del miglio

Nel 1881 Walter George abbandonò la qualifica di dilettante per poter incontrare il professionista William Cummings di Paisley in una corsa che fu definita “del secolo” e che si disputò il 23 agosto 1886 sulla pista di Little Bridge a Londra. Vinse George in 4’12”3/4.
Quel tempo rimase il migliore in assoluto al mondo per 29 anni fino al 16 luglio 1915 quando l’americano Norman Taber corse la distanza a Cambridge in 4’12”6.
Ma il primo atleta ad aver ragione dei 4’10” fu ufficialmente il francese Jules Ladoumègue nel 1931, quando Walter George aveva ormai 72 anni, che il 4 ottobre 1931 a Parigi fece segnare il tempo di 4’09”1/5.

Roger Bannister

Quando Roger Gilbert Bannister, nato a Harrow il 23 marzo 1929, decise di scendere in pista per affrontare il muro dei 4 minuti, il primato del mondo del miglio (siamo già in era IAAF) era nelle mani dello svedese Gunder Hagg che lo aveva stabilito in 4’01”4 a Malmo il 17 luglio 1945 nel corso di una manifestazione nazionale (National Idrottsplats) su pista di 392 metri.

Il tentativo del venticinquenne studente di medicina all’Exeter College, tesserato per l’Achilles Club, avvenne il 6 maggio 1954 sulla pista di Iffley Road a Oxford, la celebre cittadina degli studi a circa cento chilometri da Londra. Ad affiancare Roger Bannister nel suo tentativo scese in pista Chris Chataway, un uomo che poi fece strada in politica fino a raggiungere la carica di ministro, e Chris Brasher, che poi divenne un apprezzato giornalista sportivo.
Queste furono le lepri designate in un contesto che vide alla partenza sei concorrenti.

Bannister

Roger Bannister si era messo in luce agli europei del 1950 quando allo stadio Heysel di Bruxelles si era classificato terzo negli 800 correndo in 1’50”7 dopo il connazionale John Parlet (1’50”5) e il francese Marcel Hansenne (1’50”7).
Alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 Roger Bannister era finito quarto nella finale dei 1.500 in 3’46”0 dopo il lussemburghese Josef Barthel (3’45”1), l’americano Robert McMillen (3’45”2) e il tedesco Werner Lueg (3’45”4).

6 maggio 1954

Il tentativo di record era previsto per le 17,00, ma le condizioni poco propizie (il cielo era coperto, c’era vento e la pista era ancora bagnata per la pioggia caduta nei due giorni precedenti) fecero ritardare la partenza di un’ora.
Chataway propose di correre le due miglia, ma il team manager della Amateur Athletic Association, Leslie Truelove, fu irremovibile e non ammise cambiamenti al programma.
Lo starter era Ray Barkway, con un passato di ostacolista e olimpico ai Giochi di Londra del 1948, a quel tempo professore nel College di Clifton. Il suo compito trattandosi di una gara di mezzofondo, e con sei soli concorrenti, non era particolarmente impegnativo, ma ci pensò Brasher a disturbargli la tranquillità rendendosi autore di una falsa partenza.

Erano presenti tre cronometristi fra i quali Harold Maurice Abrahams, l’oro dei 100 di Parigi 1924.
Lo speaker Norris McWhirter, commentò metro per metro la corsa, anche se il pubblico non era certo numeroso e dette poi l’annuncio ufficiale del risultato.

Roger Bannister infrange il muro dei 4 minuti

Quando la corsa, la nona del programma della manifestazione, si avviò era ricomparso il sole.
Al via valido Brasher prese subito il comando della gara e condusse la corsa fino alle 880 yard, seguito da Roger Bannister e Chataway che fece poi l’andatura fino al termine del terzo giro.
A quel punto Roger Bannister allungò imperiosamente e transitò ai 1500 metri in 3’43”0, eguagliando ufficiosamente il record mondiale detenuto dallo svedese Lennart Strand (15 luglio 1947) e dal tedesco dell’ovest Werner Lueg (29 giugno 1952).

L’atleta inglese concluse la sua prova in grande spinta nel tempo di 3’59”4, frantumando il muro dei quattro minuti e migliorando il record che resisteva dal 1945.

Bannister

L’annuncio del record

Roger Bannister fu sommerso dall’entusiasmo degli spettatori che si riversarono in pista, mentre lo speaker McWhirter, dopo aver consultato il responso univoco dei tre cronometristi ufficiali, annunciava: “Signore e Signori, questo il risultato della gara n. 9 del programma: il miglio. Primo il numero 41, Roger Gilbert Bannister dell’Amateur Athletic Association, studente dei college di Exeter e Merton, con un tempo che è il nuovo primato di questa pista e del meeting e che quindi verrà sottoposto ad omologazione come il nuovo primato nazionale, europeo, dell’impero britannico e del mondo. Il tempo è di 3 minuti, cinquantanove secondi e quattro!

Venne resa ufficiale anche la classifica della gara che vide appunto 1° Roger Bannister in 3’59”4, 2° Chris Chataway 4’04”2, 3° William Hulatt 4’16”0, 4° Chris Kasher, 5° Alan Gordon, 6° G.F. Dole, americano, unico straniero in gara.
Questi i parziali della gara calcolati ogni 220 yard: 28.7 – 28.8 (57.5) , 30 – 30.7 (60.7/1’58”2), 31.4 – 30.9 (62.3/3’00”5) – 30.0 – 28.9 (58.9/3’59”4).

Bannister

Le dichiarazioni a caldo

Queste le dichiarazioni del neo primatista subito dopo la gara: “Penso che la barriera dei 4 minuti sia stata sopravvalutata; dopo tutto si tratta solo di un tempo mentre l’essenza dell’atletica è lottare contro gli avversari più che contro il tempo. Ma sono felice per l’Inghilterra sapendo come Wes Santee e John Landy ci tenessero tanto a fare loro questo primato. Il vento mi ha tolto due o tre secondi. L’atletica mi è sempre piaciuta, ma la mia professione è più importante. Improvvisamente mi sentii come liberato del peso di quell’ambizione che era cresciuta dentro di me per anni. Nessuna parola potrebbe descrivere dei momenti di così intensa felicità: allora pensai che non avrei mai più raggiunto una simile gioia.”
L’australiano John Landy si congratulò con il rivale ma sentenziò che il tempo di Roger Bannister sarebbe stato presto migliorato.

Bannister

John Landy fu buon profeta.

Il 21 giugno di quello stesso anno a Turku, nel meeting internazionale che si disputò al Turun Urheilupuisto Sports Ground, l’australiano corse la distanza in 3:58”0 battendo Chris Chataway (4’04”4) e il finlandese Olavi Vuorisalo (4’07”0).
I tre cronometristi segnarono tutti 3’57”9 ma il tempo fu arrotondato secondo le regole IAAF del tempo.

La grande sfida

Adesso tutti attendevano lo scontro fra John Landy e Roger Bannister, i due grandi specialisti del momento.
L’occasione venne offerta di lì a poco, precisamente il 7 agosto, quando i due mezzofondisti si incontrarono al New Impire Stadium di Vancouver nell’ambito dei Giochi del Commonwealth.
Il duello fu acceso e aspro come previsto.
Prevalse Roger Bannister grazie ad un finale fortissimo che fu definito “terrific finish”.

Il suo tempo finale fu 3’58”8 (Landy passò in 3’41”9 ai 1500, tempo migliore del mondiale dell’americano Wes Santee, 3’42”8, che lo aveva ottenuto a Compton il 4 giugno 1954 in una gara sul miglio).
Il tempo intermedio di Landy non venne omologato quale primato del mondo dei 1500 in quanto il cronometraggio sulla distanza non era stato predisposto, ma solo rilevato ufficiosamente.

Il tempo di Landy sul miglio fu di 3’59”6.
Per la prima volta due atleti erano scesi nella stessa gara sotto il muro dei 4 minuti.

Vita da starter

Vi domanderete a questo punto del racconto come mai il sottoscritto, amante della velocità, si sia avventurato nella ricostruzione storica di questo primato che riguarda una gara di mezzofondo.
La risposta è semplice.
Chi ha scritto queste note è lo starter che alle 21,25 dell’umida sera del 7 luglio 1999 nello Stadio Olimpico di Roma, nel corso dello IAAF Grand Prix Golden League, meglio conosciuto come Golden Gala, esplose il colpo di pistola avviando la gara del miglio che il marocchino Hicham El Guerrouj concluse in 3’43”13 che è l’attuale primato del mondo di questa leggendaria gara.

Gustavo Pallicca Starter internazionale con una passione per i racconti, la fotografia e la storia dell'atletica. Stella d'Oro del CONI al Merito Sportivo (1936-2023)

ARTICOLI CORRELATI

Paavo Nurmi

Paavo Nurmi. Il finlandese volante

Nato alla fine dell’800, Paavo Nurmi entra nella storia dell’atletica alle Olimpiadi di Parigi 1924 quando, in solo sei giorni, stabilisce tre record mondiali e guadagna cinque medaglie d’oro. Famoso per i suoi particolari metodi d’allenamento, sarà uno dei famosi Finlandesi Volanti degli anni ’20.  

Leggi tutto »
Massimo Stano

Massimo Stano. L’Italia che ci piace

È fatica e sacrificio. È gambe, fiato e volontà. Sono i 35 km della marcia. È l’oro di Massimo Stano, caparbiamente cercato da un atleta che dopo l’oro di Tokyo non è diventato un divo da copertina. Ha continuato non a fare, ma a essere atleta. L’Italia che ci piace ha le gambe, il fiato e il cuore di Massimo Stano di Grumo Appula, Puglia, Bel Paese.

Leggi tutto »
MARATONA DI NEW YORK

New York. La maratona di Giovanni Bartocci.

Giovanni Bartocci, ristoratore romano trapiantato nella Grande Mela, ci racconta della sua prima Maratona di New York e dell’anima e del cuore che ci ha messo per finirla. Per l’occasione ha anche indossato il suo abito migliore: maglietta della Lazio e pantaloncini autografati di Milinkovic-Savic. Un’altra grande storia nella storia.

Leggi tutto »
Emilio Lunghi

Emilio Lunghi. La prima medaglia olimpica italiana

Emilio Lunghi, prima medaglia olimpica italiana, non è solo una grande storia di sport. Emilio Lunghi è una grande storia italiana, un campione che domina i tempi sui cronometri, ma spesso avversato dai regolamenti. Un campione che supera indenne la Grande Guerra, ma che soccombe al tanto e ricambiato amore per il fascino femminile. Emilio Lunghi è una storia di vita libera.

Leggi tutto »