Tokyo 2020, lo leggi vénti vènti, anche se poi è stato ventuno.
Diventa facilmente un titolo pop se apriamo e chiudiamo la “e”, soprattutto se parliamo di vela.
Appunto, mica tutti sanno ne sanno parlare.
Anzi, molti proprio non la capiscono, televisivamente parlando.
Probabilmente perché è uno sport entusiasmante da praticare, ma molto meno da vedere in tv.
Anche gli eventi internazionali, come le Olimpiadi, che potrebbero generare nuovi appassionati, non riescono a comunicare a pieno la spettacolarità della vela.
Credo che ci sia troppa distanza tra il divano e il mare aperto, molto meno di quanta ce ne sia per un campo – da tennis, calcio, pallacanestro – di dimensioni contenute.
Se invece andiamo ad analizzare le fotografie (o le regate dal vivo) capiamo subito che si tratta di superdonne e superuomini.
Forza fisica, acrobazie inimmaginabili e tecnica sopraffina sono necessarie per andare avanti senza carburante.
Il collage è un omaggio all’oro olimpico di Caterina Banti e Ruggero Tita, sospinti da Zefiro e Cloris che soffiano a pieni polmoni; è anche grazie a loro che saranno imprendibili per Alain Delon, ma anche per i Beatles nonostante il motore.
Aquaman è andato a pesca, Peter Pan troppo leggero è volato via.
Pirati e Ammiragli stanno a guardare, i Bronzi fanno le boe.
Occhio a Palombella in mezzo al mare, ultimo ostacolo prima del traguardo finale.