Effervescenti, irregolari, eccessivi. Gli anni ’80 sono stati un insieme di contraddizioni, veloci e vorticosi come un’altalena impazzita capace di spingerti in alto fin quasi a toccare le stelle, ma anche di farti precipitare in un fondo che non avresti mai pensato di toccare. È in questo crogiuolo sociale e creatico che Alexander McQueen si fa spazio e riesce ad affermare la sua visione dello stile e della moda, capace di trasgredire i canoni per inventarne di nuovi e di apportare influenze in un mondo dove, più che mai, serve lasciare la propria impronta riconoscibile.
Di McQueen rimangono nell’immaginario le sue sfilate spettacolari, le ispirazioni dark e romantiche, così come il suo coraggio nel voler superare i limiti e le convenzioni. Uno degli snodi della sua carriera fu sicuramente la sfilata autunno/inverno del 1999, a Londra, dove nuovamente il suo genio lasciò il segno.
Niente è quello che sembra
Durante la sfilata, ricca di provocazioni e simbolismo, le modelle si susseguono in un vortice di indumenti che stimolano lo spettatore a superare le proprie “comodità”. Dal backstage poi una delle muse dello stilista avanza sulla passerella con un pezzo unico, mai visto prima.
Se a prima vista sembrano essere “semplicemente” degli stivali con dettagli floreali – anche se con McQueen nulla può essere categorizzato con questo aggettivo -, l’occhio più attento nota che si tratta in realtà di protesi.
La modella infatti è Aimee Mullins, atleta paralimpica e bandiera di inclusione e bellezza. Mullins calca la passerella con la sicurezza di chi fa questo mestiere da una vita; sotto la gonna porta con onore e fierezza quella calzatura, ormai simbolo di due mondi che possono essere legati indissolubilmente.
Le protesi vengono mostrate ad Aimee solo poche ore prima dello spettacolo, ma lei si dimostra all’altezza del compito, non palesando la difficoltà nel camminare con quelle protesi totalmente fatte in legno.
Molti nel pubblico non erano a conoscenza della disabilità dell’atleta, convinti infatti che fossero dei semplici stivali, e solo in un secondo momento viene rivelata la natura di quel capolavoro.
McQueen facendo partecipare Aimee alla sfilata indica una via senza ritorno, lega indissolubilmente il mondo delle disabilità a quello della moda e ne testimonia l’unione in una creazione unica nel suo genere.
Una visione di cui nessuno meglioAimee Mullins poteva in quel momento diventare bandiera, lei che da sempre aveva combattuto per il suo posto nel mondo, molto prima di arrivare sulla passerella londinese, quando aveva già dimostrato di poter essere esempio con creto per chi come lei, pensava di poter vivere una “sola” vita.
Non ci si può fermare
Aimee nasce nel 1975 ad Allentown, Pennsylvania, Stati Uniti ed ha a solo un anno quando le vengono amputate le gambe sotto il ginocchio a causa della emimelia peroneale, la mancanza del perone. Cresce così, cresce manipolando un destino che sembrava voler mettere seduta, cresce imparando a camminare e poi a correre e capisce che la sua corsa non la potrà fermare nessuno, neanche il destino.
Dopo il liceo ottiene una borsa di studio per l’Università di Georgetown, Washington, dove pratica atletica leggera, riuscendo anche a sfidare i suoi colleghi “normodotati”. Il suo è un talento che non passa inosservato, arriva infatti alle Paraolimpiadi di Atlanta nel 1996, dove si aggiudica i record mondiali per i 100, 200 metri e salto in lungo. Ma le passioni di Aimee spaziano: fa un tirocinio al Pentagono e compare in diverse pellicole cinematografiche.
La sfilata di McQueen è solo un altro trampolino di lancio per Aimee Mullins; dopo la rivista People la nominerà come una delle persone più belle del mondo.
Andare oltre
Oggi Aimee continua ad impegnarsi con diverse associazioni, ad esempio Just One Break, di cui è vicepresidente, una non-profit che aiuta persone con disabilità a trovare lavoro. Scrive articoli e collabora con riviste dove sottolinea l’importanza dello sport nella vita di tutti, così come le pari opportunità per chi è disabile, sia nello sport che nella vita.
Il corpo rimane sempre centrale nelle sue campagne, mai subordinato, ma anzi, strumento di bellezza e unione.
Aimee Mullins è l’esempio di chi non vede difetti, ma solo possibilità. A chi in lei aveva visto solo una bambina senza gambe, lei ha risposto diventando simbolo di possibilità e rinascita.
Aimee Mullins è leggera e libera.
Dall’altra parte, dopo una vita interrotta prima del tempo, Alexander McQueen sicuramente ricorda e la guarda ancora.