Il 23 Giugno scorso si è tenuto al Barclays Center di New York l’usuale appuntamento annuale con il Draft NBA che ha visto protagonista il giovane Paolo Banchero.
Sistema utilizzato anche dalle leghe degli altri sport a stelle e strisce, il Draft NBA è complicato da spiegare per chi segue gli sport europei, ma rappresenta l’anello di congiunzione tra la fine della stagione e quella che inizierà dopo l’estate. Un anello di congiunzione che questa volta guarda all’Italia.
La porta magica
In pratica questo sistema garantisce l’ingresso di circa 60 giovani provenienti dal settore universitario nel magico mondo dell’NBA, dando così la prima possibilità di guadagno a chi ha dimostrato tanto a livello non professionistico.
I responsabili del Draft NBA stilano una classifica e la prima scelta (il più bravo) viene accoppiato con la squadra peggiore della stagione appena finita per bilanciare così i rapporti di forza.
La Green Room
Ovviamente il sistema è complesso e spesso gli stessi protagonisti del basket non conoscono tutti i meccanismi, ma quello che conta per questi ragazzi è entrare nella Green Room, cioè nella sala interviste dove possono giocarsi le proprie carte a livello visivo e vocale.
Il Draft NBA è un momento molto serio e sentito in USA, basti pensare che quest’anno Miami (finalista di conference) e Milwaukee sono state escluse perché ritenute responsabili di aver tentato di convincere un giocatore a giocare con loro mentre era sotto contratto con un’altra squadra (i tifosi di calcio italiano possono sorridere…)
Lo spettacolo
Ovviamente siamo negli Stati Uniti. Non pensate che il Draft NBA sia una cerimonia triste e scarna con dei bussolotti tipo estrazioni del lotto. Immaginate invece uno show vero e proprio con musica, TV, effetti pirotecnici e tanto altro. Fatto questo aggiungete il talento americano per l’organizzazione di eventi spettacolari e sarete in pieno Draft NBA.
I futuri giocatori sono invitati a vestirsi nel modo più sgargiante possibile per attirare l’attenzione (non che nel mondo NBA i giocatori abbiano bisogno di tali consigli per il loro outfit) e pertanto è una sfilata di completi viola, lustrini e copricapo da urlo.
Paolo Banchero, un italiano “prima scelta”
La cosa che ci ha colpito nel Draft NBA di quest’anno è che la prima scelta ha dichiarato “giocherò per la nazionale Italiana” facendo cadere dalla sedia giornalisti e appassionati italiani.
Il giocatore, scelto da Orlando Magic, è Paolo Banchero di Seattle, proveniente dalla Duke University, ma di passaporto italiano grazie al padre Mario di origini liguri.
Colpisce che nonostante né Paolo né Mario siano mai stati in Italia, il loro primo pensiero sia stato per il nostro Paese, segno che le radici italiche sono dure da estirpare.
Orlando Magic
Paolo Banchero inizierà la sua storia NBA in una squadra che da anni sta avendo parecchie difficoltà. Orlando è famosa per i parchi divertimenti, ma non certo per i successi cestistici.
Bisogna però ricordare due precedenti molto importanti di quando i Magic riuscirono a prendere la prima scelta del Draft NBA.
Nel 2004 arrivò Dwight Howard (futuro campione e 8 volte All Star game) e nel 1992 un certo Shaquille O’Neal (4 anelli al dito e tanta storia).
Giocherai in futuro con l’Italia, è ancora nei tuoi piani?
Sì, la mia intenzione è ancora quella di giocare per la Nazionale di pallacanestro italiana. Sono entusiasta all’idea che sta per iniziare la mia carriera NBA e spero anche quella a livello internazionale, sono felice.
Parli un po’ italiano? Conosci qualche parola della nostra lingua?
So dire “Ciao”, mio padre mi ha dato qualche lezione. Lui lo parla meglio di me, io devo ancora fare tanta strada per imparare: di sicuro però lavorerò anche sul mio italiano.
Verso il futuro
Paolo Banchero si farà valere sui campi NBA e sicuramente, se avrà la possibilità, anche in campo europeo.
Per il momento gli suggeriamo qualche lezione di italiano, per farsi benvolere da quei pochi tifosi “tradizionalisti”, ma soprattutto per farsi capire dai suoi compagni in nazionale!