“Attenzione al tempo, attenzione al tempo – urla Franco Bragagna – un siluro, una palla di fucile, attenzione, il primato del mondo! Straordinario, 19”32”. Il pubblico resta in silenzio per qualche secondo, giusto il tempo di gonfiare i polmoni di ossigeno per poi esplodere in un boato. Ventisette anni fa, Michael Johnson diventa leggenda sulla pista di Atlanta.
Michael Johnson più veloce di Michael Johnson
“Prima della corsa ho cercato di isolarmi e poi di guardare solo la mia corsia. Ho trovato la concentrazione focalizzando la mia linea e non pensando a nulla rispetto a quello che c’era intorno. Anche quando mi sono messo sui blocchi ho cercato di concentrarmi solo sul rumore dello sparo per avere la migliore reazione possibile”. Isolamento, concentrazione, focalizzazione: questi gli elementi chiave che precedono il primato mondiale di Michael Johnson alle Olimpiadi di Atlanta’ 96 nei 200 metri piani. Un primato, a dire il vero, che il “soldatino di piombo” aveva già in tasca dopo aver strappato Pietro Mennea (19”72) dal libro dei record ai Trials Americani. Ad Atlanta, quindi, il primato da battere era il suo: 19”66.
Anatomia di una corsa a cinque cerchi
Michael Johnson corse i primi 100 metri in 10″12 e la seconda frazione nel tempo stratosferico di 9″20, fermando il cronometro in 19”32. Ripercorrendo con la memoria quel momento testimoniò: “Mentre correvo sentivo che tutto stava andando secondo il piano di gara, che era quello di partire forte e fare il vuoto intorno. Sentivo che stavo correndo benissimo ed ero sicuro di aver battuto il record mondiale. Nei pressi del traguardo mi sono lasciato andare solo dopo aver guardato il cronometro”.
Record longevi e primato ancora attuale
Quel cronometro non segnò tempi migliori per 12 anni e 19 giorni, fino alla firma di Usain Bolt sui 19”30 a Pechino 2008.
Un pò di più è durato il suo record nei 400: per 17 anni nessuno, prima di Wayde van Niekerk, è riuscito a correre in meno di di 43”18. La consolazione, se così si può definire, è custodita nella staffetta 4×400 del 1993 a Stoccarda: è ancora record mondiale condiviso da Johnson con i suoi compagni a stelle e strisce Andrew Valmon, Quincy Watts e Butch Reynolds. Tempo, 2’54”29.
La sua velocità si è tradotta in 4 ori olimpici e 8 titoli iridati. Primo e finora unico a vincere i 200 e i 400 nella stessa Olimpiade; unico a rimanere in testa nei 400 in due Olimpiadi consecutive (Atlanta 1996 e Sydney 2000).
Per lui, oggi, non ci sono più boati dagli spalti. Resta però un respiro sospeso destinato a durare in eterno. Il suo incredibile stile di corsa ha caricato sul suo nome l’appellativo di “soldatino di piombo” lasciando incredulo tutto il mondo di fronte ai suoi tempi pazzeschi. Essere il più veloce correndo con il busto eretto e senza la spinta delle braccia fanno ancora oggi di lui qualcosa di mostruoso ed inimitabile.