Ogni tifoso ha una serie di calciatori che vorrebbe vedere l’anno prossimo con la maglia della propria squadra.
Ogni giornale si prende licenza di fantasticare sui nomi da inserire nella rosa dei futuri e del tutto ipotetici prossimi campioni d’Italia, ma dopotutto è il loro mestiere. I giornalisti si trasformano in segugi alla caccia di indiscrezioni, illazioni, segreti assoluti confidenzialmente sospirati che spesso vengono trasformati in titoli cubitali buoni per l’acchiappa copie estivo.
Poi ci sono gli amici e gli amici degli amici, quelli che sanno sempre tutto prima di chiunque altro, esperti come nessuno nel calcio d’estate.
Un ricordo particolare? Certo che si! Un ricordo che è stato un vero caso sportico: il caso Falcao!
Zico alla Roma!
Chi non ricorda questo titolo dei giornali sportivi romani che legava il mito brasiliano ai colori giallorossi? La tifoseria era in fibrillazione, il nome era uno di quelli assai papabili e poi per noi romanisti, diciamo la verità, ogni nome diventa un fenomeno, un campione da coccolare dal momento che arriva fino all’ultima partita. Arthur Antunes Coimbra…quanti sogni, ma nessun rimpianto.
Il caso Falcao
Improvvisamente tutto cambia.
Un altro giocatore, pure lui brasiliano, prenderà il posto del mitico Zico.
È Paulo Roberto Falcao, di Porto Alegre. Ma chi è? Ce lo chiedemmo in tanti, noi che ormai avevamo in testa solo un brasiliano, e che brasiliano…
La stampa si buttò sulla notizia e in breve – anche se certamente non alla velocita della rete di oggi dove tutto è istantaneo – riuscimmo a sapere tutto di lui. Rimase appeso solo il dubbio attanagliante della pronuncia: Falcao o Falcon?
Dubbio che noi romani e romanisti, prosaicamente, risolvemmo con la regola principe della nostra saggezza grammaticale: declinando la risolutiva ere de Roma. Falcao divenne subito Farcao!
Voci, articoli su articoli, filmati, qualche libro e noi, al tempo poco avvezzi al calcio internazionale, tutti lì a leggere, commentare e dispensare opinioni proferite come verità assolute.
Esto arivando!
Il Presidentissimo Dino Viola, dall’alto del suo modo di coccolare la tifoseria incastonò, termine più che giusto, la maglia di Falcao nella sede della Società, allora in Via di Circo Massimo 1. Indimenticabile la dedica “Caro Presidente Viola, esto arivando” e noi tutti in pellegrinaggio a guardare questa maglia con tanto di numero cinque.
Manco fosse una reliquia…ma il mondo del calcio romano e romanista cambiò letteralmente, diventammo in pochissimo tempo tutti brasiliani, ascoltavamo solo musica brasiliana, imparammo qualche frase fatta e iniziammo a ballare il samba.
A Fiumicino
Quel 10 agosto del 1980 a Fiumicino eravamo veramente in tanti ad aspettare l’arrivo di Farcao!
Un campione lo avevamo anche noi adesso, non solo le squadre del nord e persino l’Udinese che solo per pochi giorni ci aveva soffiato un campione.
Il momento più bello, però, fu l’esordio sul prato dell’Olimpico che infiammò i cuori di tutti i giallorossi già belli carichi e caldi, non solo di cuore, anche di epidermide.
La prima giocata
Si dice, e personalmente ci credo fermamente, che Dino Viola suggerì a Falcao di fare la sua prima giocata ad effetto per colpire ancora di più la tifoseria gremita sugli spalti roventi di quel 29 agosto 1980 giallo come er sole, rosso come er core.
Una tifoseria accorsa per l’amichevole con l’Internacional con molti che avevano anticipato di qualche giorno il ritorno a casa dalle ferie, che allora duravano ancora un mese e si chiamavano villeggiatura, solo per andare a vedere il fenomeno.
Un ricordo da giovane mi riporta anche a quando si marinava la scuola per andare un autostop a Trigoria a vedere gli allenamenti.
Seduti sulla tribunetta aperta al pubblico, in religioso silenzio, godevamo delle giocate di questo riccioluto. E furono anni meravigliosi con il sigillo di un campionato stravinto grazie alle prodezze e alla mentalità del nostro numero cinque.
Obrigado Barilla
La nota casa produttrice di pasta, sponsor ufficiale dell’A.S. Roma, lo ingaggiò per uno spot pubblicitario, regalando la sua maglia con l’acquisto del prodotto.
Il manifesto pubblicitario faceva vedere Falcao con un piatto di spaghetti al sugo fumanti ed era completato da due semplici parole: Obrigado Barilla.
Non era ancora il tempo di digitale, di internet, di comunicazione virtuale.
Era bello così al naturale, come quel piatto di pasta, se ben italiana, tutta romana e romanista…