Carlo Galli nacque il 6 marzo 1931 a Montecatini Terme cittadina dove Attilio Ferraris l’8 maggio 1947 morì per infarto sul campo durante una partita fra Vecchie Glorie.
Nel 1940, l’entrata in guerra dell’Italia sconvolse la vita di Carlo che aveva 9 anni. Il padre Ugo, la mamma e due fratelli, infatti, furono internati dagli inglesi in un campo di concentramento in Etiopia, mentre Carlo con un fratello più piccolo rimase con la nonna a Montecatini. Il bambino per aiutare la famiglia trascorreva le giornate sui monti raccogliendo castagne e patate. Tornata la normalità e rientrata in Italia la famiglia, Carletto sprigionò la sua energia giocando a pallone.
L’incontro con Gipo Viani
Carlo si formò con le squadre dilettanti delle sue parti: a 16 anni nel Montecatini per passare poi nel Cascina dove rimase due anni. Il caso volle che Gipo Viani, che allenava la Lucchese, si recò a Montecatini per incontrare un suo ex compagno di squadre delle giovanili del Torino, che era lo zio di Carlo. Mentre i due amici chiacchieravano al bar passò Carlo per un saluto zio Remo, nel presentare il ragazzo a Viani, gli chiese di fare un provino al nipote che ebbe poi un esito decisamente positivo. A conferma di tanto, gioca la circostanza che Gipo Viani, divenuto allenatore del Palermo, fece acquistare dalla società rosanera per ben 900.000 lire il cartellino del giovane calciatore, che per vivere faceva l’ascensorista in uno dei tanti alberghi di Montecatini.
A Palermo
Un’altezza importante per quei tempi, 1,81 ed un peso di circa 70 kg, il fisico filiforme permetteva a Carlo Galli quasi di volare.
Indimenticabili fin da allora i suoi gol di testa con il pallone colpito dopo dei voli ad angelo.
Carlo disputò con i siciliani due stagioni in serie A con un esordio scoppiettante: il 18 dicembre 1949 Palermo- Lazio, vittoria rosanero con 2 gol suoi. Predestinato. Il salto importante di categoria non fece paura al giovane toscano che collezionò alla fine 45 presenze e 16 gol, giocando accanto a un certo Vycpalek, zio di Zeman.
Nella sua seconda stagione a Palermo, la Roma retrocesse, anche per colpa dei rosaneri allenati da Viani che superarono i giallorossi sia in trasferta che in casa.
Gipo Viani alla Roma
I dirigenti della Roma pensarono allora di affidare proprio a Gipo Viani la guida tecnica della squadra per una immediata risalita. Nonostante la discesa di categoria, Gipo, conosciuto allora per essere stato l’inventore del vianema, sistema di gioco che prevedeva il nuovo ruolo di libero schierato alle spalle degli altri difensori.
Il tecnico fu deciso e convincente nel voler portare con sé Carlo Galli, che intanto cominciava a essere soprannominato Testina d’Oro e paragonato a Ettore Puricelli che al Milan ed al Bologna aveva realizzato tanti goal di testa. Il confronto, che in quel momento sembrava esagerato, si rivelò invece corretto.
Carlo Galli giallorosso
La stagione del 1951-52 vide Carlo Galli schierato accanto a Tre Re, Venturi, Bettini, Albani, Bortoletto, Cardarelli e ai tre svedesi Knut Nordahl, fratello maggiore del più conosciuto Gunnar futuro calciatore ed allenatore della squadra capitolina, Sune Andersson e Stig Sundqvist.
L’intenzione era quella di un’immediata risalita, seppur resa più difficile stante il regolamento del momento che stabiliva la promozione diretta in serie A di una sola squadra. Per raggiungere l’obiettivo era necessario, quindi, superare agguerrite compagini come Brescia, Messina, Catania, Genoa, Verona, Vicenza e Livorno.
I romanisti raggiunsero l’intento classificarsi al I° posto con Carletto che diede il suo rilevante contributo con 29 presenze su 38 e 13 gol. Unica motivazione delle sue assenze gli infortuni subiti.
Nonostante il successo, Gipo Viani scelse di allenare il Bologna a causa di alcune divergenze con la Società, che aveva acquistato il lunatico fuoriclasse Bronèe, inviso al tecnico che lo aveva allenato nel Palermo. Questa volta Carlo Galli non seguì il suo mentore, preferendo rimanerea Roma dove si fidanzò con la figlia del medico sociale della Roma Professor Gaetano Zappalà, che poi sposerà.
Dalla Roma Carlo Galli raggiunse anche la Nazionale, prima quella B poi la maggiore.
Il 17 maggio 1953 scese in campo con gli azzurri in Italia-Ungheria con la quale si inaugurò lo stadio Olimpico con la nostra sconfitta per 0 a 3. Nella circostanza venne programmato anche l’arrivo della sesta tappa del Giro d’Italia.
Con Galli vennero schierati i compagni della Roma Grosso, Venturi, Bortoletto e Pandolfini. I maestri magiari risposero utilizzando i fuoriclasse Puskas, Bozsik, Hidegkuti, Kocsis, Grosics Czibor
Particolare poco conosciuto, raccontato dallo stesso protagonista romano, è quello che si riferisce al prestito dei pantaloncini da gioco da parte del portiere dell’Italia Sentimenti IV, che sentendoli stretti – le misure delle divise erano uguali per tutti i giocatori – vedendo la corporatura robusta del romanista Egidio Guarnacci, che era tra i raccattapalle, gli chiese i suoi con richiesta immediatamente esaudita. Egidio si è così sempre potuto vantare che anche lui era stato attivamente presente all’inaugurazione dello stadio allora chiamato dei Centomila.
Le stagioni romaniste
Il centravanti, nelle sue quattro stagioni Romaniste, ha collezionato complessivamente 125 presenze segnando 56 gol: 94 presenze e 40 gol in serie A, 29 presenze e 13 reti in serie B e 2 presenze con 3 reti nella Mitropa Cup. Con i Giallorossi, sia nel campionato di serie B che in quello di serie A Carlo Galli ha debuttato segnando: Roma- Fanfulla 2-1, Triestina-Roma 2-3. Anche in occasione del primo Derby disputato all’Olimpico Roma-Lazio 1-1 è andato a segno.
Nella stagione 1954.1955 con la Roma conquistò il 3° posto in classica – poi divenuto 2° per la retrocessione in B dell’Udinese che l’aveva preceduta -.
Nella Roma ha avuto come compagni campioni come Bronée, Ghiggia, Da Costa, Venturi, Pandolfini, Moro, Cardarelli, Nyers, Losi, Guarnacci e ottimi calciatori quali Tre Re, Panetti, Grosso, Bortoletto, Eliani, Stucchi e Giuliano.
Le stagioni in Nazionale
Le sue prestazioni convinsero i Tecnici azzurri a selezionarlo più volte.
Il suo curriculum finale nelle Nazionali recita: 13 presenze e 5 reti nella A, 4 con 2 reti in quella B e 3 con 3 reti nella Giovanile (nella Roma rispettivamente 8, 4, 2). Dopo l’esordio all’Olimpico Carlo Galli giocò il giorno 11 aprile del 1954 a Colombes la gara Francia-Italia realizzando una doppietta nella vittoria corsara degli azzurri per 3-1. L’altra rete venne messa a segno da Egisto Pandolfini, anche lui tesserato con la Roma
Nell’Italia ha avuto come compagni, tra gli altri, Boniperti, Amadei, Ghezzi, Cappello, Lorenzi, Muccinelli, i terzini viola Margini, Cervato, Bassetto e Pivatelli.
Ancora con Gipo Viani
Tornando alla sua carriera, si registra che nel 1956 Carlo Galli non resistette al richiamo della sirena Gipo Viani, che raggiunse al Milan.
A Roma arriverà al suo posto Gunnar Nordahl, in età avanzata ma ancora dotato di sprazzi di gran classe. Il Bisonte svedese mise a segno 13 reti e con il suo peso (in tutti i sensi) diede un contributo determinante alla conquista del titolo di capocannoniere del campionato da parte Dino Da Costa, che, ritenendosi un centravanti, nella stagione precedente aveva avuto dei problemi di convivenza con Galli.
Una cessione controversa
Come racconta Massimo Izzi nel libro l’AS Roma dalla A alla Z editato dalla Newton Compton, la cessione di Carlo Galli fu oggetto di discussione dall’assemblea dei soci della A.S.Roma che allora partecipavano in massa alle riunioni. Dopo che Il Presidente Sacerdoti ebbe illustrato le doti di correttezza e onestà di Carlo Galli, anche quelli che avevano chiesto la sua cessione, anche a causa due gravi infortuni subiti, si allinearono alla maggioranza nel chiedere la sua conferma. Pur titubante, Carlo decise però di raggiungere Gipo Viani al Milan.
Dagli scudetti a fine carriera
Con i rossoneri Carlo Galli ebbe la soddisfazione di vincere due scudetti accanto a gente come Nils Liedholm e “Pepe” Schiaffino. La sua verve realizzativa non raggiungerà più i livelli di quando giocava nella Roma, anche perché cominciò ad arretrare il suo raggio di azione.
La sua carriera continuerà nell’Udinese, nel Genoa per poi finire, malinconicamente, nella Lazio. La circostanza gli permise però di tornare a Roma, ormai sua città d’adozione, nella quale scelse di vivere e non solo per il matrimonio.
Buon viaggio caro Carlo!