L’audace impresa di voga organizzata dal Don Marzio di Napoli non poteva avere un successo più trionfale.
Il coraggioso quattro dei Canottieri Italia ha infatti realizzato in quattro giorni una delle più belle performances dello sport del remo. Se si pensi alla lunghezza del percorso (più di 300 chilometri), l’ultima parte del quale nel Tevere contro corrente, se si pensi alla stagione poco propizia per un simile tour de force, se si pensi a tutte le avarie cui può andare incontro una imbarcazione così leggiera, si può conchiudere che la prova superata può ben far dare il nome di campioni ai componenti il foltissimo equipaggio.
L’equipaggio
Giovanni Serracapriola, il capo-voga è stato l’anima della impresa, molto ben coadiuvato dall’atletico Bonghi, mentre Alfredo Serracapriola e Luigi Zino, con un puntiglio degno della più grande considerazione, hanno supplito con la tenacia alla loro inferiorità di classe. Il timoniere Francesco La Barbera ha fatto sfoggio di una calma meravigliosa e di una abilità straordinaria, specialmente nella prima tappa a Torregaveta ed alla fine della seconda, allorché il forte libeccio scatenatosi d’improvviso, mise in serio pericolo la vita dell’equipaggio.
Altri raids di voga furono compiuti nel passato, ma il presente ha battuto il record del tempo perché l’imbarcazione in soli quattro giorni con un totale di circa 38 ore di voga ha raggiunto la meta.
Cronache di voga
Il raid dei Canottieri Italia è stato compiuto, come abbiam detto, in soli quattro giorni con una media chilometrica giornaliera di circa 80 chilometri.
Infatti i raidsmen son partiti da Napoli la sera del 3 alle 18 e sono arrivati a Torregaveta dopo non poche peripezie per il mare agitato alle 21 della stessa sera.
La mattina dopo sono ripartiti alle 7 per Gaeta giungendovi alle ore 15 dopo aver rischiato di esser travolti dalle onde all’altezza di Formia. Il 5 son partiti alle sei del mattino da Gaeta e dopo ben tredici ore di voga han raggiunto Anzio alle 19.
Ad Anzio ebbero accoglienze festosissime dalla colonia villeggiante e dai soci del Tevere Remo che offrirono ai forti vogatori napoletani un gran banchetto al Castaldi.
La mattina del 6 l’agile jole è partita alle 9 da Anzio ed è giunta alle 15 alle foci del Tevere ad Ostia Mare. In fine, è stata compiuta l’ultima fatica dal forte quattro che è arrivato a Roma dopo più di sette ore di voga controcorrente alle 18.5 precise.
Infine un idrovolante F.B.A. di 160 HP, pilotato dal noto aviatore Saverio Izzo e dal proprietario Gino Coop ha portato tutti i giorni il saluto del giornale organizzatore ai baldi e coraggiosi vogatori.
Note
Il Don Marzio è stato un importante giornale napoletano che dal 1860 al 1932 ha animato non solo l’informazione della città restituendone i tratti salienti della cronaca, ma anche la sua vita letteraria e culturale.
In mancanza di una foto dell’impresa di voga del 1920, pubblichiamo l’unica disponibile che riguarda la seconda del 1922. R. Bonghi, M. Jannone, V.Romano, A. Carafa. Bonghi e La Barbera erano già sull’equipaggio 1920.
L’articolo è comparso per la prima volta su Italia Marinara dell’ottobre 1920 e poi sul numero 67 del Notiziario del Centro Studi Tradizioni Nautiche nel marzo 2018.