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Football 1987. Un agosto tutto azzurro e tutto da ricordare

Helsinki agosto 1987. Pensieri e ricordi a ruota libera dell'estate in cui i ragazzi del Blue Team divennero campioni d'Europa di football
football americano

Il magico 2021 sportivo ha regalato all’Italia un nuovo alloro continentale, quello del football americano, vinto dal Blue Team contro la Svezia, il 31 ottobre con un perentorio 14-41, il terzo titolo europeo della nostra palla-lunga-un-piede. E di fatto toglie alla ormai leggendaria nazionale del 1987 il peso di essere stati gli ultimi a trionfare in una competizione così importante. Ma da allora è cambiato molto: tipo di gioco, regole in campo e fuori. Ma resta l’orgoglio dell’impresa resistita 34 anni anzi, meglio, 12mila 488 giorni, e un testimone passato ad una giovane attuale generazione, che consente ai “ragazzi dell’87” di ritornare a non essere “gli ultimi eletti”.

Scavare nei meandri del tempo e della memoria non è sempre facile.

Esistono però ricordi indelebili che lasciano dolce la bocca per tutta la vita.
Era il 1987, il football italiano era ai massimi storici, l’Europa un giovane e speranzoso territorio di conquista da parte di una mai realmente partita WLAF e la FIAF era una federazione importante, prima di essere distrutta dalla solita politica fagocitatrice di risorse. Chi scrive si occupava dell’ufficio stampa e delle cronache tv del giovane e promettente fenomeno football, oltre a calcare (senza infamia né lode) il campo contro tutti coloro che avrebbe, poi, accompagnato nella più bella avventura azzurra del football nei 32 anni di storia di questo sport in Italia.

Si era appena giocato il Super Bowl (VII) di Rimini, quello che dette la vittoria sul filo di lana ai Frogs contro i Seamen (27-24). E dopo un mese ecco gli stessi protagonisti rinforzati da altri atleti da Bolzano, Bologna, Torino, Milano, Legnano, Pordenone, Trieste, Roma, Parma, Pesaro partire alla volta della fredda Finlandia per tentare di conquistare un altro titolo europeo, dopo quello dell’82 a Castelgiorgio.

football Helsinki 1987
(Helsinki 1987. Snap da Paolo Casamenti a Ricci)

La sconfitta del 1985 della Nazionale, al Vigorelli, proprio per mano dei finnici, era acqua passata ormai.

I ricordi più vivi partono dal camp che l’inossidabile coach Jerry Douglas (Angels Pesaro) aveva condotto per selezionare i 50 che avrebbero indossato la casacca azzurra agli Europei dell’allora EFL di Paolo Wolker, che proprio all’Olimpico di Helsinki avrebbe poi portato al più bel risultato del football italiano di sempre, un combattuto e vittorioso match contro i tedeschi per l’alloro continentale il cui eco si è protratto fino ai giorni nostri.
Con Jerry, a tenere in riga i “50 demoni”, Phil Laughlin, da Padova, Bob Corona e Vic Dasaro, all’epoca a Milano sponda Seamen; Pietro Zoncati, piacentino dalle diverse casacche e Steve Greeve.

Una piccola premessa va fatta. Fu a seguito di un furioso litigio fra i consiglieri federali che si scelse l’allenatore di Pesaro, perché da Bologna, sponda Warriors si caldegggiava Al Volpini, mentre Terenzi, presidente Angels non voleva cedere il suo gioiello. Alla fine prevalse la mediazione del capo delegazione, Giacomo Giovannetti, e Douglas fu.

Partiti alla volta di Helsinki, su un velivolo Finn Air dalle algide e bionde assistenti di volo, preoccupate, per la masnada di “bambini terribili” a bordo, il manipolo si era distinto per la disciplina ferrea imposta del “sergente Douglas” con il sorriso, sebbene fossero tutti leggende del nostro football: Paolo e Marco Mutti, il giovane Ricci in regia, Volante, Adamo, Guarneri, Gestori, Casamenti, in attacco, Tombari, Ovarelli, Del Conte, Bellora, Santagata, Catanzaro, Bottaro (rip), Munari (rip) in difesa, solo per citarne alcuni, e nessun “oriundo” o presunto tale. Insomma nessun americano sotto mentite spoglie.

Non me ne vogliano gli altri azzurri (Bressan, Vivan, Pasini, Tecchiatti, Vecchi, Gallazzi, Gelati, Lazzaretto, Barban, Santinami, Magrini, Baracchi, Borchini, Raimondi, Mambelli, Mazzucchelli, Musso, Pittaluga…) che non ho menzionato, in primis, ma per me restano importanti allo stesso modo, come il mio compagno di camera Manlio Leonardi, medico siculo “doc” del team, che mi svegliava ogni mattina con la moka da viaggio che emanava un delizioso profumo di caffè, salvo poi prepararlo per tutti nel corridoio. E Del Curatolo il paterno trainer, assieme ad altri dirigenti come Moreno Panfili, l’inossidabile Harley biker bolzanino dai capelli biondi (ancora oggi…).

Italiani…

All’arrivo all’aeroporto di Helsinki, Pippi Moscatelli abbrancava subito una bellezza finlandese, forse una hostess, e la lanciava letteralmente per aria. Il giorno dopo i giornali locali, testimoni dell’eclatante momento, titolavano “È arrivata l’Italia”. Era un buon primo passo per essere considerati l’attrazione del torneo, perché il colore degli italiani sovrastava il pacato e monocorde carattere finnico, il quadrato e un po’ ottuso tedesco e il variopinto (più per miscuglio di razze che per tendenza) britannico.

Sensazioni

Era per tutti noi un’avventura eccitante, piena di novità: uno stadio che aveva ancora una patina di storia olimpica a fare da teatro con un fondo erboso incredibile, un pubblico entusiasta, un’autentica venerazione per i variopinti e rumorosi italiani da parte delle bionde vikinghe…e quella mescola di genio e sregolatezza che Douglas cercava di mitigare con allenamenti precisi e metodici e disciplina con pugno di ferro in guanto di velluto.

Venne il momento di scendere in campo, con Walter “death” Talone che precedeva tutti e cantava a squarciagola Zucchero (Solo una sana consapevole libidine…) seguito dal team, del quale era diventata la sigla…e l’inno della difesa, una goliardica storpiatura di “O surdato ‘nnamurato”! (vedi in calce per i curiosi)

La resa dei conti

Il via alle gare…prima con cautela, ma una volta sul campo con grande fierezza e consapevolezza sempre crescente. Le prime vittime furono gli Inglesi, battuti con un bel 16-10, td di Agnoletti su pass di Domenichini e il resto dal piede di Chieppa. C’era di che festeggiare mentre la Germania spazzava via (44-21) i padroni di casa, i pur forti Finlandesi di Aari Tuli; poi, dopo la finale per il terzo posto, in una meravigliosa e indimenticabile domenica dell’agosto 1987 allo Stadio Olimpico di Helsinki, uno strepitoso epilogo, un classico del calcio portato al football: Italia – Germania (e lo sapete la fine che fa la Germania in queste occasioni…ndr).

football Helsinki 1987
(Helsinki 1987. Gus Santimani, Pippi Moscatelli, Sergio Vissa e l’inno nazionale)

È vivo il ricordo dell’ingresso in campo con gli inni nazionali all’ombra della torre dello Stadio Olimpico, la tensione iniziale, la determinazione negli occhi dei giocatori, uniti in un solo desiderio, quello di dimostrare che se in Italia il football era considerato un fenomeno passeggero, come poi purtroppo si è dimostrato (e non per colpa dei praticanti), in Europa potevamo essere “il meglio”!  E così fu.

Non mi dilungherò a raccontare una gara epica, ma solo qualche episodio… i reverse di Stanzani, che correva con il suo “cu”.. ehm … baricentro basso, i 7 tackle di Norberto De Angelis, che gli valsero il record di best solo tackler, la corsa di Ricci per il td più preoccupato per i tedeschi che lo braccavano famelici delle sue estremità che per la ipotetica segnatura, le 95 yds totali di Longhi, preludio al td di Olivetto, il piede fatato di Chieppa, l’intercetto di Marco Calbucci che battendo sul tempo De Angelis, rubava palla e  la riportava in meta per il tripudio finale, oltre a fermare, poi, la trasformazione da due dell’ipotetico pareggio, dopo che il povero qb tedesco Motzkus (Mvp del torneo) aveva cercato di liberarsi della caccia di Vissa e Pedroni, due end devastanti, alla ricerca del “sack”.

Insomma un bel combattuto 24-22

Oggi questo punteggio lo si segna in un solo quarto, ma allora era un high scoring game… per colpa (o merito) di quegli energumeni che costituivano la linea azzurra, oggi compassati signori che però 34 anni fa erano una forza della natura scatenata contro chiunque osasse frapporsi fra loro e chi aveva in mano l’ovale.

 Helsinki 1987
(Helsinki 1987. Coach Douglas alza il trofeo con Ovarelli, Longhi, Volante)

Alla fine, a noi la coppa Europa e, su 23 posizioni disponibili, ben sette azzurri nominati nell’All Stars: Olivetto, Giacomelli, Cautero, Pedroni, Vissa, Talone, con il “misterioso caso” che vedeva comparire il nome di Aldrovandi sulle schede, con il numero di Rancati…ma chi avranno voluto premiare? Chissà… a me piace pensare che siano ambedue meritevoli di quel posto, nella storia dell’Europeo per Nazionali.

Il ritorno

Ci ritroviamo oggi dopo quasi 7 lustri lustri a ricordare un’esperienza che ha segnato la vita di ognuno di noi in un modo unico e irripetibile, a celebrare e a ridere del fatto di rivedersi, legati da un vincolo indissolubile. Giocatori, allenatori, dirigenti, staff medico tutti accomunati dal loro grande o piccolo che sia stato, ma unico e personale, contributo alla vittoria di quel lontano 1987 che ha segnato la storia del football americano in Italia.

L’ultimo ricordo, dopo l’inevitabile serata di baldoria, è legato alla neve che alle sei di mattina imbiancava appena una Helsinki plumbea, mentre ci dirigevamo verso l’aeroporto con la medaglia al collo e la voglia di cristallizzare quei momenti nel tempo.
Per noi, però, quella città dal municipio azzurro affacciato sull’acqua e dalle giornate troppo lunghe, spesso tetre e grigie, resterà sempre dei colori dell’arcobaleno!

Helsinki 1987
(Helsinki 1987. De Angelis, Domenichini, Magrini, Pedroni)

Inno alla difesa

Ohi vita ohi vita straca, son stufa de far la vaca
Ohi mondo, ohi mondo boia de far la tr*ia non ne pödi più!

Roster Azzurro 1987

Antonio Adamo 68, Pierpaolo Agnoletti 88, Luca Aldrovandi 30, Davide Baracchi 19, Adriano Barban 23, Luca Bellora 55, Paolo Borchini 62, Andrea Bottaro  79 (rip), Fabrizio Bressan 26, Marco Calbucci 57, Paolo Casamenti 50, Arturo Catanzaro 92, Gunnar Cautero 56, Agostino Chieppa 1, Norberto De Angelis 99, Marco Del Conte 53, Giovanni Domenichini 15, Giulio Gallazzi 87, Eugenio Gelati 65, Roberto Gestori 72, Paolo Giacomelli 63, Ettore Guarneri 69, Giorgio Longhi 33, Alessandro Lazzaretto 80, Daniele Magrini 5, Enrico Mambelli 82, Giorgio Mazzucchelli 45, Pierluigi Moscatelli 77, Ugo Munari 58 (rip), Fabio Musso 40, Marco Mutti 89, Paolo Mutti  7, Franco Olivetto 34, Claudio Ovarelli 75, Celestino Pasini 95, Paolo Pedroni 85, Giuseppe Pittaluga 60, Stefano Raimondi 27, Alessandro Rancati 59, Piergiorgio Ricci 16, Stefano Santagata 51, Augusto Santinami 61, Aldo Stanzani 20, Walter Talone 25, Enrico Tecchiatti 74, Loris Tombari 78, Giulio Vecchi 54, Sergio Vissa 91, Marco Vivan 31, Carlo Volante 67

Coach
Jerry Douglas, Vic Dasaro, Pietro Zoncati, Steve Greeve, Bob Corona, Phil Laughlin

Dirigente accompagnatore
Moreno Panfili

Medico
Manlio Leonardi

Massaggiatore e terapista
Stefano del Curatolo (rip)

Addetto alle pr e stampa
Massimo Terracina

Addetti alle statistiche
Marina Stignani – Lorella Panfili

Cuoco
Gustavo Vecchi

 

Massimo Terracina classe '57 giornalista dal 1987 dopo aver giocato a football fondando i Warriors Bologna, è poi passato ai Towers. Si è occupato di tv con Rai 3 e Tele+ come commentatore delle prime trasmissioni dei campionati ed ha ricoperto il ruolo di addetto stampa della Federazione. Attualmente è passato (da 30 anni) al turismo, dirige www.2morrow.it e collabora a diverse testate di settore. Si dedica, a rimpatriate con i vecchi avversari e ora amici e occasionalmente al commento streaming dei campionati FIDAF.

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