“La classe non è acqua!” Una frase che non potrò mai dimenticare. A pronunciarla un grande uomo innanzitutto, oltre che capitano della A.S.Roma, un certo Giuseppe Giannini, o Peppe, o Principe, chiamatelo come volete e meglio desiderate, per me è un fratello e lo sarà per sempre.
Dicembre 1996
Era il 1996, precisamente l’11 di dicembre, quando in una piazza del quartiere africano in Roma si celebrava un conviviale con il Capitano e la sua gentile consorte, davanti un centinaio di invitati che avevano solo occhi per lui.
Ma Giuseppe Giannini non era il solo a essere tra gli invitati speciali. Al tavolo degli ospiti c’era Flora Viola, o meglio Donna Flora per chi come e ha voluto un gran bene a tutta la famiglia, e con lei anche i figli Riccardo ed Ettore.
La fortuna volle questa mia bella iniziativa nel raccogliere la stessa sera tutta la famiglia Viola e Donna Flora mi disse che era diverso tempo che non riusciva a stare una serata insieme ai figli, ringraziandomi più volte per questo.
Il Principe
Giuseppe Giannini di Frattocchie, a poca distanza da Roma, il Capitano della Roma, il Principe per una tifoseria che non dimentica le sue giocate, i suoi tocchi di classe, ma innanzi tutto quel gesto delle tre dita dopo un derby stravinto con la destrezza diun grande allenatore romano e romanista quale Carlo Mazzone.
A quel tempo ci si vedeva solo attraverso un vetro e quel giorno ero lì al mio posto a tifare la mia squadra quando ho visto il suo volto soddisfatto e sorridente rivolto alla sua gente, alla Curva Sud.
Peppe, come lo chiamo io, è sempre stato il faro di una squadra che non era forte, ma era una famiglia, come detto da Ruggero Rizzitelli in un incontro casuale su un campetto di calcio. Il mio attaccamento al Capitano, numero dieci, è sempre vivo, spesso ci sentiamo al telefono, un messaggio di auguri occasionale, qualche frase e poi….alla prossima Principe!
Ricordi personali
Ricordo bene alcuni incontri fuori della città, come la visita del gruppo di Orgoglio Romano in Austria, a Graz dove ha vissuto un periodo di certo non entusiasmante, lontano dalla sua città, dalla sua squadra. Facevamo colazione insieme nel bar all’interno del campo di allenamento dello Sturm Graz.
A seguito della squadra come tifosi di un giocatore, giammai della squadra, c’eravamo noi e Peppe era tutto per quattro “ragazzi fatti cor pennello”, che conoscono i valori giallorossi e mischiano sentimenti di famiglia con quelli di tifoseria.
Come quella volta che si allenava in vista del campionato con Mister Sonetti, allenatore del Lecce. Una mattinata ad aspettare la fine degli allenamenti per stare sottobraccio al Capitano della Roma.
Ancora in pizzeria
Di episodi ce ne sono migliaia, e non tutti legati al campo di calcio. Alcuni sono ricordi indelebili come la cena organizzata in suo onore dal mito Peppone De Vivo, oppure la pizzata in una nota pizzeria tutta romanista con alcuni storici tifosi accanto, una festa tutta per lui.
Il mio momento felice l’ho vissuto quando è arrivato lascando tutto e tutti per venirmi ad abbracciare, a salutare me incurante della folla che lo circondava e ne urlava a squarciagola nome e cognome come ha sempre fatto. Sono ricordi che non mi lasceranno mai.
Saluto amaro
Della sua partita di addio non ne voglio assolutamente parlare, è stato un brutto episodio, forse legato alle circostanze, la squadra ospite di Roma aveva appena vinto lo scudetto. Alla fine di quel triste momento abbiamo cenato insieme e avere lui, il Principe, accanto al tavolo dove c’erano altri grandi del calcio per me è stato un grande onore.
Esiste anche un buon rapporto con la sua famiglia, mamma Assunta e papà Gildo senza dimenticare la Signora Serena, moglie del Principe; per loro posso avere solo parole colme di affetto.
Il giorno del battesimo
C’è un momento molto delicato e pieno di entusiasmo tra me e Peppe; lui è il padrino di battesimo di mia figlia Giulia. Quando gli ho chiesto questo regalo, non ha esitato un istante, anche quella è stata una serata principesca, finita intorno a un tavolo con un protagonista dei sogni romanisti e un manipolo di tifosi che avevano solo occhi e orecchie per tutto quello che riusciva a raccontarci.
Tornando a dicembre
Finisco questo mio articolo ritornando alla serata conviviale di quell’ormai lontano ormai 11 dicembre 1996.
Erano presenti, fortemente voluti dal sottoscritto ed ospiti di Orgoglio Romano, Luisa Petrucci, Carlo Zampa, Fabrizio Grassetti che in quella occasione mi ha donato la spilla del Personal Jet, Silio Rossi, autore del libro “10 con amore”, dedicato proprio a Giannini.
Tutto semplicemente fantastico…e quella frase dedicata a me da lui, Giuseppe Giannini, il Principe: “La classe non è acqua!”…
Grazie ancora e sempre Principe!
Sono giorni particolari questi che portano a ricordare una corsa sotto la Curva per una rete di testa del numero dieci, capitano della Roma, contro lo Slavia Praga, nel giorno di San Giuseppe, il suo giorno, una corsa che non si scorda tanto facilmente, anche se…