Volare è sempre stato per l’uomo un pensiero intrigante, basti pensare agli studi che in pieno Rinascimento Leonardo ha dedicato alle correnti d’aria e alla conformazione alare degli uccelli con il sogno di emularne tecnica e dinamica e consentire all’uomo di volare.
Oggi il sogno si chiama parapendio, realtà diffusa più di quanto non si creda, però una realtà che rimane comunque un sogno, semplicemente perché volare vuol dire superare un limite che non è personale, ma naturale.
Nel girovagare tra decolli e atterraggi, alle Canarie ho conosciuto Simonetta ed Henry di Para42, una coppia in affari, che tutti i giorni dividono, per lavoro e per piacere, le emozioni del volo con amici e clienti.
Le Canarie sono, per il volo, un ritrovo internazionale dove è facile confrontarsi, raccontarsi e arricchirsi di esperienze con le persone più diverse e di ogni età.
Parlare con Simonetta ed Henry delle emozioni dei piloti è stato molto interessante, un ritrovarsi e ho avuto la conferma del filo comune che lega gli amanti di questo sport estremo, vi riporto una parte del discorso “Diciamo che al parapendio non si mente. Emozioni pure e sincere come quelle dei bambini. In decollo c’è chi ride, chi parla, chi si mette in disparte, chi è euforico e chi ha paura. Ma in volo? Che succede in volo appena il cuore si calma e l’adrenalina dallo stacco da terra si placa? Ecco, è proprio quello il momento chi prima e chi dopo in volo parla con sé stesso, al proprio Dio! Un viaggio religioso, ognuno nella sua lingua, ognuno col suo mantra. Chi fischia, chi canta, chi grida chi bestemmia. Chi pensa così forte da assordare il silenzio, insomma una grande meditazione trascendentale tutti alla ricerca del proprio io. Non sanno dove li porterà il viaggio, ma si lasciano andare nel grande vuoto. Poi la gioia la serenità, la leggerezza inebriante in un turbinio di emozioni. Volti soddisfatti e rilassati agli atterraggi con grandi sorrisi persi nell’orizzonte. Drogati di ossigeno, già pronti per spiccare di nuovo in volo per una nuova emozione.”
Il silenzio e la leggerezza che si provano quando si è sospesi in aria è sensazionale, anche qui le parole di Simonetta ed Henry “Il silenzio del volo sembra come il risveglio dall’anestesia, con gli occhi ancora socchiusi dopo un profondo sonno, un mondo ovattato e personale, dove non pensi alla dichiarazione dell’iva e alla discussione col capo ufficio e a tutto ciò che ti può coinvolgere nella vita di tutti i giorni. Sei solo, li finalmente nel tuo magico e misterioso silenzio Tutto è calmo, tutto è fresco tutto è lontano! Sei nel vento, solo, dentro la tua bolla, nella grande massa d’aria, senti le nuvole umide che ti sfiorano. Le auto e le persone ormai lontane sembrano essere diventate mute, il mondo sotto scorre in silenzio. E poi! Poi un balzo giù dalla vela il volo è finito e improvvisamente di nuovo il rumore, l’effetto delle droghe è terminato, siamo di nuovo sulla terra.
Anche se è passato qualche anno dagli studi di Leonardo, il volo rimane magico e misterioso.
Un saluto sulle note di Modugno…Poi d’improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito…Volare, oh, oh..