Nel corrente uso giornalistico e popolare si definisce derby una partita giocata tra due squadre della stessa città o regione. Il termine italiano corrispondente, sempre meno usato, è stracittadina. Per estensione, il termine viene utilizzato per riferirsi a un incontro molto sentito fra squadre che appartengono a una comune entità geografica o, comunque, di accese rivalità agonistiche.
Un gioco antico
Il Wimbledon Football Supporters’ Handbook racconta che già nel XVIII secolo si organizzavano in occasione dello Shrove Tuesday, cioè il martedì grasso, dei giochi che coinvolgevano tutta la cittadinanza dei paesi della vecchia Inghilterra. Nella città di Derby, in particolare, i giovani della parrocchia di All Saints erano soliti sfidare quelli della vicina Saint Peter in una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi, con l’obiettivo di portare una palla di pelle di pecora da una parrocchia all’altra. Le due fazioni si scontravano in maniera tanto cruenta che il sindaco della città provò a sopprimere il gioco già nel 1731, ma senza alcun successo, poiché la contesa si ripeté ogni anno fino al 1848. Da quel momento, dice ancora il manuale inglese, il nome derby fu attribuito a qualsiasi partita di calcio giocata con feroce campanilismo tra club geograficamente vicini.
Ma la verità è più recente
Tuttavia, l’origine del termine come lo intendiamo oggi ha un’origine più recente e nasce nel campo dell’ippica. Nel 1780, infatti, il conte Edward Stanley, in occasione delle sue nozze con una nobildonna che si diceva fosse molto più alta di lui (il gossip già all’epoca mieteva vittime illustri!) nonché una provetta cavallerizza, decise di organizzare in suo onore una gara ippica riservata a puledre di tre anni sulla distanza di un miglio esatto. La corsa si tenne nella sua magione e prese, perciò, il nome della città che la ospitava: Derby. Questa gara fu ripetuta anche negli anni successivi, ben presto varcò i confini di Albione e molti paesi istituirono il loro.
In Italia, sempre in ritardo su certe cose, ci pensò re Umberto I soltanto nel 1883. Fu solo verso la metà del ‘900 che il clamore suscitato da queste gare ippiche si riversò semanticamente anche nel mondo del calcio a indicare le partite tra squadre della stessa città o regione.
Una curiosità sulla città
Derby è il capoluogo della contea del Derbyshire, nell’Inghilterra centro-settentrionale. Fondata dai romani nel I secolo, la città prese il nome di Derventius, adattamento latino del celtico Derwentiu, che significava “Corso d’acqua che fuoriesce da un querceto”, in riferimento al fiume Derwent che la attraversa. Tuttavia, già in epoca anglo-sassone la città assunse il nome Deoraby, derivato dalla parola danese deor, cioè cervo, e vale quindi “insediamento del cervo”. Nel XVII secolo Deoraby diventò quello attuale, passando per un intermedio Darbye.
Nel Paese dei campanili
In Italia, Paese dei campanili e degli sfottò più o meno benevoli tra cittadine confinanti, i derby calcistici sono ovviamente moltissimi e rappresentano quel pizzico di sale in più che ravviva la minestra delle domeniche (si fa per dire, ormai…) degli sportivi.
Il più importante, e uno dei più antichi in assoluto, è probabilmente il Derby d’Italia che si gioca tra Juventus e Inter, le due squadre con più tifosi e, fino al 2006, anno della retrocessione in B per illecito sportivo della società bianconera, le uniche due compagini che non avevano mai giocato nella serie cadetta.
Altrettanto importanti sono sicuramente il derby della Madonnina, tra Inter e Milan; il derby della Mole, tra Torino e Juventus; il derby della Lanterna, tra Genoa e Sampdoria; e il derby della Capitale, la stracittadina tra Roma e Lazio.
Comunque derby
Ci sono, tuttavia, anche derby forse più fantasiosi, ma non meno suggestivi, che si giocano tra squadre che non appartengono alla stessa città. Tra questi, il più importante è senz’altro il derby del Sole, tra Napoli e Roma, squadre gemellate fino al 1986. Ma esistono anche il derby del violino (Brescia-Cremonese), il derby del Grana (Parma-Reggiana), il derby delle Due Sicilie (Napoli-Palermo), il derby della Magna Grecia (Crotone-Reggina), il derby dei vulcani (Napoli-Catania) e il derby delle Isole (Palermo-Cagliari).
Insomma, ogni squadra italiana che si rispetti, piccola o grande che sia, indipendentemente dalla categoria del campionato al quale partecipa, ha la sua stracittadina da giocare. E di solito, quando non sfociano sugli spalti in becera violenza, che nulla ha di sportivo, sono davvero uno spettacolo di prim’ordine!